giovedì 12 giugno 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: La pillola abortiva RU486

Ciao a tutti, cari lettori del blog.
 
Ogni venerdì a partire da oggi, ci sarà un dibattito a cui spero che partecipiate in tanti. Ogni settimana sul blog verrà pubblicato un tema etico, politico o religioso (...) nella speranza di stimolare la riflessione. 
Per cominciare la serie di appuntamenti "Venerdì di dibattito" abbiamo scelto un tema molto delicato: abbiamo scelto di discutere su tutto quello che riguarda la pillola abortiva chiamata RU486. Con la speranza di accendere un'interessante discussione e di poter coinvolgere nuovi partecipanti posto l'introduzione sull'argomento.



CHE COS’E’ LA RU486
Il mifepristone è uno steroide utilizzato per l’aborto chimico, nei primi due mesi di gravidanza. Il progesterone è l’ormone che rende possibile la gravidanza: il mifepristone agisce inibendo il progesterone, e causa il distacco del feto in un processo simile a quello che avviene quando la donna ha le mestruazioni. Talvolta è richiesto un secondo farmaco per completare l’espulsione, (misoprostol).

I VANTAGGI
Rispetto all’aborto chirurgico ha il vantaggio di non richiedere l’ospedalizzazione e di costituire un minor costo per la sanità. Non ha gli stessi rischi di un’operazione chirurgica (traumi dell'utero, del collo (dell'utero), rischio ulteriore di sterilità, di gravidanza extra-uterina)
Può essere utilizzata nelle prime settimane di gestazione, mentre l’aborto chirurgico non è possibile prima della 6° settimana.

GLI SVANTAGGI
Non è possibile utilizzare il farmaco in caso di gravidanza extra uterina.
Dopo la 7° settimana non è più possibile espellere il feto con la pillola abortiva.
Presenta effetti collaterali in caso di patologie già presenti nella donna ( ipertensione, insufficienza cardiaca, ecc..)
Negli Stati Uniti sono morte 6 donne da quando è iniziata la sperimentazione del farmaco, a causa di un’infezione batterica.
Molti movimento contro l’aborto ne contestano l’utilizzo ( tutti i Paesi dell’Unione Europea utilizzano la RU486, tranne Italia, Irlanda e Portogallo) dicendo che semplifica l’aborto e lascia sola la donna nel momento del bisogno. In reltà l’aborto mediante RU486 è molto più è molto più soggetta a controindicazioni dell’operazione per aspirazione. Può causare emorragie anche per 15-20 giorni, vomito, diarrea, nausea.
Per quanto riguarda l’aspetto psicologico della donna, è riscontrato che molte donne hanno ritenuto l’aborto con RU486 ugualmente doloroso dal punto di vista umano.

L’ALTRA PILLOLA ABORTIVA
E’ stato registrato un fenomeno preoccupante negli ultimi anni. Donne di ceti sociali bassi, in gran parte extracomunitarie, in stato di gravidanza utilizzano pillole che somigliano negli effetti alla RU486 ma che non sono state sperimentate per abortire. E’ il caso dei farmaci normalmente utilizzati per la cura dell’ulcera e che, ingeriti per abortire, portano conseguenze gravissime.

10 commenti:

while ha detto...

Non sono molto informato su questo farmaco, però se i contro sono quelli da voi elencati sembra abbastanza rischioso. A questo punto forse è meglio la via ospedaliera. Per quanto riguarda invece l'aborto in generale mi ritengo favorevole, bisognerebbe sempre tutelare la libertà di scelta delle persone che non credono nei dogmi religiosi. L'imposizione del proprio punto di vista sugli altri è una cosa orrenda.

Anonimo ha detto...

Non credo che l'aborto sia un argomento che riguarda le persone "religiose". E' principalmente un fatto della ragione e di onestà intellettuale. Se "L'imposizione del proprio punto di vista sugli altri è una cosa orrenda", non è forse ancora più orrenda disporre della vita di un altro essere umano? Di questo infatti si parla quando si parla di aborto. Molti benpensanti sono convinti che nelle vicende d'aborto, la parte debola sia la donna. Ritengo che sia un'idea quantomai superficiale e limitata. La parte debole è il bambino. La donna può disporre della sua vita. La donna ha il coltello dalla parte del manico, il bimbo può solo subire. Che poi la donna viva l'aborto con terribili sensi di colpa è proprio la prova della ingiustizia dell'atto che ha commesso. Se fosse un diritto abortire, perchè si dovrebbe soffrire ad applicarlo? L'appliazione di nessun diritto provoca dolore, anzi... Il problema quindi nasce dalla libertà della donna di decidere sulla vita di un altro essere umano; argomento che poi risulta essere identico a quello della pena di morte. Insomma, è la ragione che spinge a rifiutare l'aborto, non la religione. Anzi, oserei dire che la religione rifiuta l'aborto proprio perchè la ragione ne dimostra l'intrinseca ingiustizia. Nessuno può disporre della vita degli altri, neanche la madre nei confronti del proprio bimbo. La libertà personale finisce dove inizia la libertà del prossimo: la libertà della madre finisce dove inizia la libertà del bimbo. E si dia il caso che la libertà di vivere è la prima e inviolabile libertà.
Posto questo, discutere sulla pillola RU486 è come discutere se sia meglio la ghigliottina o la sedia elettrica.

Anonimo ha detto...

bene, allora se è esattamente uguale l'aborto chirurgico o quello mediante pillola abortiva, perchè le organizzazioni pro life e i cattolici in generale, vogliono bloccare ad ogni costo la sperimentazione della RU486? visto che è uguale.....
comunque confesso che anche io pensavo che la pillola abortiva rendesse più semplice e meno doloroso abortire. ora scopro che causa nausea, vomito, emorragie che durano 20 giorni.. insomma la storia della mamma che ingoia la pillola abortiva come fosse una caramella o prima di andare dal parrucchiere, è una fregnaccia a quanto pare!

Anonimo ha detto...

Non ho mai detto che l'aborto chirurgico e quello mediante RU486 siano uguali. Ho solo detto che sono entrambi ingiusti. Dal momento che comunque, ahinoi, l'aborto è legalmente consentito, si cerca di limitarne la diffusione spensierata. La pillola RU486 senza dubbio facila molto la scelta dell'aborto come soluzione ai problemi. Con questo non dico che questo tipo di aborto sia medicalmente più facile e/o senza effetti collaterali; dico solo che una cosa è andare in un consultorio, essere assistiti da psicologi, avere qualcuno che col quale confrontarsi, un'altra è entrare in una farmacia e comprare una pillola! Con la RU486 la pratica dell'aborto diverrebbe totalmente incontrollata e quindi estremamente cattiva. Per questo sono felice di abitare in un paese che non ha introdotto questo tipo di grottesca "invenzione". Come dire: tra i due mali si sceglie il minore. L'aborto "tradizionale" quantomeno impedisce alla donna di agire d'impulso...certe scelte devono essere maturate profondamente. Rimane il fatto che stiamo discutendo su quale arma debba usare il boia. Io discuterei sul fatto che non ci dovrebbe essere un boia...

Anonimo ha detto...

io sono contraria alla RU486.. conosco donne che volevano abortire e non l'hanno fatto per non sorbirsi la trafila di psicologi e ricovero ospedaliero. E che mi hanno detto esplicitamente << se ci fosse stata la RU486 avrei abortito>>

while ha detto...

paoletto, vedi? tu analizzi la questione aborto dal TUO punto di vista. Vedi nel feto di qualche settimana già un bambino. Prova a distaccarti dalla prospettiva e capire che questo è solo la tua visione della verità.. non della massa. Per me per esempio un feto privo di qualsiasi sentimento umano e di ragione non è un bambino. E da questo punto di vista meglio abortire quando si è in tempo che magari costringere un bimbo ad una vita di merda per chissà quali ragioni. Poi comunque questo rimane il MIO pensiero e rispetto il TUO punto di vista. La legge attuale rispetta entrambi i pensieri... non vuoi abortire? sei libero di non farlo. Credi che abortire non sia male e vuoi farlo? Sei libero di abortire. Ognuno sceglie per se... non è giusto che tu imponi il tuo punto di vista su tutti. Non sentirti nel giusto al 100% perché la verità assoluta non esiste, è sempre subordinata alla persona che l'osserva. Ciao

http://www.byteliberi.com

Anonimo ha detto...

anche se non dovrei intervenire, perchè abbiamo deciso di far parlare voi, vorrei dire la mia opinione. L'aborto non è una bella cosa a mio parere: se è vero che il feto non è ancora un bambino, però è vita in potenza. E' un'esperienza dolorosa che io non farò mai, e spero che sia l'ultima spiaggia per tutte le donne. Però bisogna anche prendere atto che non possiamo togliere la 194. Cosa volete fare col proibizionismo? volete tornare alle mammane? volete tornare a quando l'aborto clandestino era la terza causa di morte? Paolo, sei liberissimo di dire che l'aborto è una bruttissima cosa, e ti do ragione. Ma l'unica cosa che si può fare è sensibilizzare una donna a non farlo. non si può fare altro.

Sara

Anonimo ha detto...

Ed ecco la "causa prima" della degenerazione della società moderna occidentale: "la verità assoluta non esiste, è sempre subordinata alla persona che l'osserva". Il relativismo assoluto. Faccio notare come prima cosa che nella frase esiste già una contraddizione; dire che non esiste la verità, è già una verità. Dovrebbe essere corretta in: -esiste solo una verità, che non esistono verità-. Però in questo caso si ammette l'esistenza della verità oggettiva, e quindi cessa di essere relativismo. Insomma, dire che non esistono verità è come formulare il famoso "paradosso del bugiardo". Appurato che una posizione simile è quantomai superficiale e inconsistente, assolutamente illogica, entriamo nel problema. Ammesso che non esista la verità, suppongo non esistano nè il bene nè il male. Allora perchè non dovrei poter "imporre" la mia opinione? E' chiaro che sto provocando, ma la domanda mi viene spontanea semplicemente sviluppando la tesi "non-esiste-la-verità-oggettiva". Se la verità non esiste è possibile fare tutto, e nessuno dovrebbe lamentarsi. Infatti se la mia verità è la verità nazista (ma anche comunista, laicista, buddista...) perchè dovrei avere imposta una verità cristiana? "Ognuno sceglie per se... non è giusto che tu imponi il tuo punto di vista su tutti." E chi l'ha detto che non è giusto? Forse per te non è giusto, ma per me potrebbe esserlo, perchè mi devi imporre tu la tua verità?

Credo sia chiara l'aporia logica a cui porta questa mentalità di stampo material-relativista. Non ha senso discutere se non si ammette che il bene e il male esistano oggettivamente, e che non tutto è soggettivo.

Detto questo domando: come si fa a sapere che il feto non sia vita? Come mai parliamo di vita su marte anche solo se troviamo il fossile di un amminoacido, ma nel caso dell'aborto parliamo di ammasso di cellule? Forse che le cellule non sono vita? Perchè difendiamo il baobab? Forse che ragiona e prova dolore? Il sensismo come discriminante per determinare cosa sia degno di vivere e cosa no,è semplicemente assurdo. La vita è vita, anche se non scrive e non legge. E poi, anche dal punto di vista scientifico, questa tesi è tutta da dimostrare. Ancora nessuno ha provato scientificamente che il feto non ragioni e non soffra. Anzi, tutto porta a pensare al contrario...
La 194 non vedo cosa c'entri, qui non stiamo parlando di normativa. Nessuno ha detto di eliminarla, anzi per la precisione nessuno l'ha neanche nominata. Per fortuna si può parlare di aborto e vita senza necessariamente parlare della 194.
Il fatto che è necessario creare una mentalità pro vita è abbastanza ovvio, ma di certo non si riuscirà a farlo finchè ancora qualcuno affermerà che la verità non esiste e che l'aborto è giusto! Come facciamo a trasmettere il valore della vita alle nuove generazioni, se non facciamo altro che proporre nichilismo, materialismo e relativismo?

Domanda di curiosità personale? Come si fa a sapere in anticipo quando la vita del bambino sarà di merda? O meglio: quando una vita è di merda?

Anonimo ha detto...

d'accordo Paolo, abbiamo capito il tuo punto di vista. Però stiamo discutendo nello specifico sulla RU486....
Sara

Daniela ha detto...

Sono contraria all'aborto sia farmacologico che chirurgico ma credo che Luigi abbia ragione sul fatto che sia necessario in ogni caso tutelare la libertà di scelta.
Prima di puntare il dito contro chi decide di sottoporsi a qualsiasi tipo di aborto bisognerebbe pensare alle possibili situazioni drammatiche che si nascondono sotto quel gesto attentamente e non superficialmente come spesso avviene.

Posso ritenermi contraria all'aborto ma non posso garantire un futuro di non pensare di richiederlo. In condizioni in cui le circostanze porterebbero al decesso certo di madre e figlio o nel caso di parto gemellare in cui è necessario scegliere: o perdere entrambi o riuscire a salvarne uno non è fuori dal comune considerare una scelta drastica di questo tipo.

Sono diversi i fattori da considerare prima di fare di tutta l'erba un fascio.

Daniela.