mercoledì 5 novembre 2008

REPERTI ARCHEOLOGICI E LEGGI AD PERSONAM

Scritto da Sara


Mentre in America il neo presidente Barack Obama, nel suo primo discorso alla nazione dice che in America tutto è possibile, possiamo dire che anche in Italia sono molte le cose possibili, dove in altri Paesi sarebbero impensabili.
Gabriella Carlucci, deputata del Pdl ne sa qualcosa: l’affascinante deputata aveva presentato un emendamento alla Finanziaria avente ad oggetto sanatorie per i possessori di reperti archeologici. Altrimenti detto basterebbe dichiarare di avere un reperto anteriore al 476 d.C. entro 180 giorni dall'entrata in vigore del decreto, dire di esserne in possesso in buona fede e pagare le spese di catalogazione (che oscillerebbero tra i 300 e i 10mila euro) per diventare legittimi proprietari di quel pezzo di statua etrusca o romana o di quel capitello della Magna Grecia. Un capitello rubato diventa tuo se dichiari di averlo in buona fede e paghi un obolo neanche troppo alto.
Questa la furbata di Gabriella Carlucci. Il che comporterebbe anche la depenalizzazione del furto, ricettazione e incauto acquisto, legati al reperto.
Se non che Salvatore Settis, presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, indignato ha scritto un articolo su Repubblica denunciando l’accaduto, provocando un’interrogazione parlamentare del deputato del Pd Ermete Reallacci e una petizione di Legambiente.
Gabriella Carlucci a quel punto, indignata anche lei, ritratta tutto e dice di non aver mai proposto nessun emendamento che facilitasse la vita ai tombaroli. L’emendamento ora infatti non c’è più, perché è stato ritirato, come risulta dal resoconto della Camera dei Deputati del 28 ottobre 2008.
Resta da capire perché un emendamento talmente fuori luogo sia stato concepito dalla signora Carlucci. Per facilitare il riemergere di oggetti trafugati: se il privato sa di non correre rischi, si autodenuncerà e lo Stato verrà a conoscenza dell’esistenza del reperto. In pratica, spiega Pier Giovanni Guzzo, archeologo, soprintendente di Pompei e Napoli, il vantaggio derivante dall’autodenuncia sarà minimo, perché i reperti veramente eccezionali vanno all’estero in modo illecito.
Si può sempre pensare che la Carlucci abbia qualche conoscente in possesso di reperti anteriori al 476 d.C. e la strada delle leggi ad personam è sempre lastricata di buone intenzioni…


1 commento:

Anonimo ha detto...

dimenticavo di citare la fonte: "l'Unità"
Sara