E’ solo colpa del taglio dei fondi se la scuola pubblica sta affondando?
L’argomento infiamma le piazze e i talk show televisivi, tutti impegnati a dibattere sulla salute cagionevole della scuola pubblica e le sue cause.
Roberto Perotti non ha dubbi, e sembra intenzionato a smontare falsi miti: non è colpa dei tagli se la scuola pubblica, la ricerca, le università, sono alla frutta. E in un libro, “L’università truccata”, ( Einaudi, pagg.184, 16 euro), fa il punto della situazione sul mondo accademico. Risultato? L’università è piena di parassiti, non più meritevoli di altri, sdraiati tra gli allori grazie a meccanismi clientelari.
Roberto Perotti ne è convinto: del resto il mondo accademico lo conosce bene, essendo docente di Economia politica alla Bocconi. Invece di guardare la spesa per studente iscritto, a suo avviso non indicativa, bisognerebbe guardare la spesa per studente a “tempo pieno” ( i frequentanti che sostengono esami): "si nota che è di 16.027 dollari, la più alta del mondo dopo Usa, Svizzera e Svezia. E anche con questi fondi la ricerca italiana non è poi così feconda".
In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, smonta tanti altri miti: è vero ci sono punte d’ eccellenza nella ricerca italiana, ma nel complesso è poco feconda rispetto ad altri Paesi. E ancora i concorsi truccati non sono episodi sporadici, ma molto diffusi, come si nota guardando i nomi dei docenti universitari: molti sono figli dei baroni universitari. ( E anche questa, ci permettiamo di aggiungere, è una notazione che tiene conto solo di chi porta lo stesso cognome del padre barone universitario. Poi ci sono i discendenti da parte di madre “baronessa”, i nipoti, i cugini, gli amici).
Ma allora tutti gli studenti che sono scesi in piazza hanno torto? "Protestare per i tagli è normale"dice Perotti.
Roberto Perotti ne è convinto: del resto il mondo accademico lo conosce bene, essendo docente di Economia politica alla Bocconi. Invece di guardare la spesa per studente iscritto, a suo avviso non indicativa, bisognerebbe guardare la spesa per studente a “tempo pieno” ( i frequentanti che sostengono esami): "si nota che è di 16.027 dollari, la più alta del mondo dopo Usa, Svizzera e Svezia. E anche con questi fondi la ricerca italiana non è poi così feconda".
In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, smonta tanti altri miti: è vero ci sono punte d’ eccellenza nella ricerca italiana, ma nel complesso è poco feconda rispetto ad altri Paesi. E ancora i concorsi truccati non sono episodi sporadici, ma molto diffusi, come si nota guardando i nomi dei docenti universitari: molti sono figli dei baroni universitari. ( E anche questa, ci permettiamo di aggiungere, è una notazione che tiene conto solo di chi porta lo stesso cognome del padre barone universitario. Poi ci sono i discendenti da parte di madre “baronessa”, i nipoti, i cugini, gli amici).
Ma allora tutti gli studenti che sono scesi in piazza hanno torto? "Protestare per i tagli è normale"dice Perotti.
Ma di certo non è colpa del governo e della Finanziaria se l’università è allo sfascio.
Ci permettiamo di aggiungere che se il governo non c’entra direttamente, molte volte è la stessa politica a sistemare le sue perle in giro per gli atenei italiani.
La soluzione di Perotti è molto ambiziosa: premiare i meritevoli e disincentivare gli incapaci, accettando di pagare il venticinquenne genio più del barone universitario che è in cattedra da 20 anni. E soprattutto, penalizzare l’ateneo nei finanziamenti, quando fa assumere un ricercatore che non combinerà nulla.
Chissà se il trio Brunetta-Gelmini-Tremonti ha letto il libro….
La soluzione di Perotti è molto ambiziosa: premiare i meritevoli e disincentivare gli incapaci, accettando di pagare il venticinquenne genio più del barone universitario che è in cattedra da 20 anni. E soprattutto, penalizzare l’ateneo nei finanziamenti, quando fa assumere un ricercatore che non combinerà nulla.
Chissà se il trio Brunetta-Gelmini-Tremonti ha letto il libro….
Nessun commento:
Posta un commento