giovedì 30 ottobre 2008

DOPO LA PENSIONE, CHE FARE?

Scritto da Sara


Non lasciatevi ingannare dal titolo, che sembrerebbe raccontare della noia dei pensionati alle prese con una nuova vita senza il lavoro e una serie di acciacchi che li costringono a letto. Noi vi parliamo di un gruppo di pensionati che invece hanno trovato il modo di far fruttare il loro tempo libero con un grosso vantaggio per la società.
I nostri volonterosi eroi sono un ex meccanico, un ex sindacalista, un ex urbanista e alcuni intellettuali e della loro storia ci ha parlato Milena Gabanelli, nella sezione “Good New” di Report.
I prezzi degli affitti a Milano, si sa, sono altissimi, e case popolari neanche a parlarne. Liste di attesa lunghissime, appartamenti che potrebbero essere affittati e invece sono sfitti, porte murate per non far entrare abusivi. Questo è il panorama di Milano, ma siamo sicure che è così anche in altre città d’Italia. Mentre gli alti vertici pensano a come cambierà Milano per l’expò, i milanesi devono fare i conti con 1800 alloggi di proprietà pubblica abbandonati a se stessi, > dice Cesare Moreschi, uno dei pensionati.
Così Cesare Moreschi e il suo gruppo di amici, hanno pensato bene di risolvere in parte il problema facendo una proposta all’Aler: << avete qui degli alloggi chiusi, sfitti, vuoti, abbandonati, affidateli a noi, noi vi paghiamo l’affitto, ve li rimettiamo in ordine e tra 15 anni ve li restituiamo risanati>>. A San Siro sono stati risanati 30 appartamenti, ora affittati a un prezzo di 600 euro per 80 metri quadrati. Che non è comunque poco, ma per il mercato milanese sono condizioni vantaggiose.
Il Comune ci guadagna, i pensionati si trovano a lavorare su alloggi fatiscenti ( piccioni morti, avanzi di cibo nel frigo in decomposizione) e talvolta a mettere mano al portafoglio senza lucrarci.
In Via Grazioli, il gruppo di pensionati insieme ad altri costruttori, sta addirittura ultimando 240 appartamenti, la maggior parte dei quali in affitto.
Insomma la pubblica amministrazione fa acqua da tutte le parti, i pensionati si sono rimboccati le maniche, alla faccia di chi dice che sono solo un costo per lo Stato.
La loro storia dimostra quello che il nostro blog sostiene da tanto tempo: che non bisogna rassegnarsi e lamentarsi di questa Italietta allo sfacelo, ma rimboccarsi le maniche e tentare di cambiare nel proprio piccolo le cose. E che un’altra Italia è possibile, basta volerlo.

venerdì 24 ottobre 2008

DIBATTITO DEL VENERDì: E' SINCERA LA SOLIDARIETA' A SAVIANO?

Si moltiplicano le iniziative di solidarietà a Roberto Saviano. C'è chi dice che è una moda passeggera e che, finito il clamore, Saviano tornetà nell'ombra abbandonato a se stesso.
C'è chi invece lo vede come un eroe che passerà alla storia insieme a Falcone e Borsellino.

Quale delle due correnti è più realistica?

giovedì 23 ottobre 2008

GRAZIE a chi ha sentito che il mio dolore era il suo dolore


Di Roberto Saviano

Grazie per tutto quanto state facendo. È difficile dimostrare quanto sia importante per me quello che è successo in questi giorni. Quanto mi abbia colpito e rincuorato, commosso e sbalordito sino a lasciarmi quasi senza parole. Non avrei mai immaginato che potesse accadere niente di simile, mai mi sarei sognato una tale reazione a catena di affetto e solidarietà.GRAZIE al Presidente della Repubblica, che, come già in passato, mi ha espresso una vicinanza in cui non ho sentito solo l'appoggio della più alta carica di questo paese, ma la sincera partecipazione di un uomo che viene dalla mia terra.

GRAZIE al presidente del Consiglio e a quei ministri che hanno voluto dimostrarmi la loro solidarietà sottolineando che la mia lotta non dev'essere vista disgiunta dall'operato delle forze che rappresentano lo Stato e anche dall'impegno di tutti coloro che hanno il coraggio di non piegarsi al predominio della criminalità organizzata. GRAZIE allo sforzo intensificato nel territorio del clan dei Casalesi, con la speranza che si vada avanti sino a quando i due latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine - i boss-manager che investono a Roma come a Parma e Milano - possano essere finalmente arrestati.

GRAZIE all'opposizione e ai ministri ombra che hanno appoggiato il mio impegno e quanto il governo ha fatto per la mia sicurezza. Scorgendo nella mia lotta una lotta al di là di ogni parte.
Le letture delle mie parole che sono state fatte in questi giorni nelle piazze mi hanno fatto un piacere immenso. Come avrei voluto essere lì, in ogni piazza, ad ascoltare. A vedere ogni viso. A ringraziare ogni persona, a dirgli quanto era importante per me il suo gesto.
Perché ora quelle parole non sono più le mie parole. Hanno smesso di avere un autore, sono divenute la voce di tutti. Un grande, infinito coro che risuona da ogni parte d'Italia. Un libro che ha smesso di essere fatto di carta e di simboli stampati nero su bianco ed è divenuto voce e carne. GRAZIE a chi ha sentito che il mio dolore era il suo dolore e ha provato a immaginare i morsi della solitudine.

GRAZIE a tutti coloro che hanno ricordato le persone che vivono nella mia stessa condizione rendendole così un po' meno sole, un po' meno invisibili e dimenticate.GRAZIE a tutti coloro che mi hanno difeso dalle accuse di aver offeso e diffamato la mia terra e a tutti coloro che mi hanno offerto una casa non facendomi sentire come uno che si è messo nei guai da solo e ora è giusto che si arrangi.

GRAZIE a chi mi ha difeso dall'accusa di essere un fenomeno mediatico, mostrando che i media possono essere utilizzati come strumento per mutare la consapevolezza delle persone e non solo per intrattenere telespettatori.

GRAZIE alle trasmissioni televisive che hanno dato spazio alla mia vicenda, che hanno fatto luce su quel che accade, GRAZIE ai telegiornali che hanno seguito momento per momento mutando spesso la scaletta solita dando attenzione a storie prima ignorate.

GRAZIE alle radio che hanno aperto i loro microfoni a dibattiti e commenti, GRAZIE specialmente a Fahrenheit (Radio 3) che ha organizzato una maratona di letture di Gomorra in cui si sono alternati personaggi della cultura, dell'informazione, dello spettacolo e della società civile. Voci che si suturano ad altre voci.

GRAZIE a chi, in questi giorni, dai quotidiani, alle agenzie stampa, alle testate online, ai blog, ha diffuso notizie e dato spazio a riflessioni e approfondimenti.Da questo Sud spesso dimenticato si può vedere meglio che altrove quanto i media possano avere talora un ruolo davvero determinante.

GRAZIE per aver permesso, nonostante il solito cinismo degli scettici, che si formasse una nuova sensibilità verso tematiche per troppo tempo relegate ai margini. Perché raccontare significa resistere e resistere significa preparare le condizioni per un cambiamento.

GRAZIE ai social network Facebook e Myspace, da cui ho ricevuto migliaia di messaggi e gesti di vicinanza, che hanno creato una community dove la virtualità era il preludio più immediato per le iniziative poi organizzate in piazza da persone in carne e ossa.

GRAZIE ai professori delle scuole che hanno parlato con i ragazzi, GRAZIE a tutti coloro che hanno fatto leggere e commentare brani del mio libro in classe. GRAZIE alle scuole che hanno sentito queste storie le loro storie.GRAZIE a tutte le città che mi hanno offerto la cittadinanza onoraria, a queste chiedo di avere altrettanta attenzione a chi concedono gli appalti e a non considerare estranei i loro imprenditori e i loro affari dagli intrecci della criminalità organizzata.

E Grazie al mio quotidiano e ai premi Nobel e ai colleghi scrittori di tante nazionalità che hanno scritto e firmato un appello in mio appoggio, scorgendo nella vicenda che mi ha riguardato qualcosa che travalica le problematiche di questo paese e facendomi sentire a pieno titolo un cittadino del mondo.
Eppure Cesare Pavese scrive che "un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".
Io spesso in questi anni ho pensato che la cosa più dura era che nessuno fosse lì ad aspettarmi.

Ora so, GRAZIE alle firme di migliaia di cittadini, che non è più così, che qualcosa di mio è diventato qualcosa di nostro.
E che paese non è più - dopo questa esperienza - un'entità geografica, ma che il mio paese è quell'insieme di donne e uomini che hanno deciso di resistere, di mutare e di partecipare, ciascuno facendo bene le cose che sa fare. GRAZIE.


22 ottobre 2008


martedì 21 ottobre 2008

SIAMO TUTTI ROBERTO SAVIANO

Scritto da Sara


Sembra che abbia perso un po’ di smalto, di combattività e determinatezza, Roberto Saviano. E’ andato a Matrix a raccontare la sua storia di condannato a morte dalla camorra, e davanti al ministro Giorgia Meloni e al relativo ministro ombra, ha ammesso che vorrebbe lasciare l’Italia. Eppure l’influenza che ha avuto il suo libro sulle coscienze è sotto gli occhi di tutti: in Italia e all’estero. Il suo libro solo in Italia ha venduto 1,8 milioni di copie, è stato tradotto in 43 Paesi, The Economist l’ha inserito tra i 100 libri dell’anno, e da poco è diventato anche un film diretto da Matteo Garrone. Di contro Saviano vive sotto scorta da due anni, ed è vittima di continue minacce.
La sua storia è l’esempio di come la via della verità è sempre la più difficile, quella meno comoda, che potrebbe cambiarti la vita in peggio. Ma chi la sceglie viene ricompensato, almeno dal punto di vista della solidarietà. Ecco perché a Roma, martedì 21 ottobre presso la Casa della Memoria e della Storia, è in programma una lettura corale di Gomorra. Una lettura per dare forza a Saviano, magari per indurlo a restare, in ogni caso per spronarlo a non lasciarsi abbattere dalle minacce di morte. Ogni cittadino che vorrà partecipare a questa manifestazione, leggerà una pagina del libro sulla quale sarà impresso il suo nome.
Una prova di coraggio e di impegno civile.
Per chi si trovasse a Roma in quei giorni e volesse dare il suo appoggio all’iniziativa, http://www.casadellamemoria.culturaroma.it/, 21 novembre 2008 dalle ore 10.00 alle 20.00 in Via San Francesco di Sales, 5 (Trastevere) – Roma. Ingresso libero.

venerdì 17 ottobre 2008

DUE DONNE, DUE SCELTE DIVERSE, UN’UNICA CONCLUSIONE



Di Sara e Daniela


D’accordo quando leggerete quest’intervento, direte che non si tratta di informazione “pura”, ma vorremmo servirci del blog una volta tanto per dare risposte definitive.
Abbiamo parlato di questo argomento in maniera trasversale, e per farne un dibattito. Ora, scusateci per il cambio di rotta, ci permettiamo di non fare più dibattiti, ma di prendere una posizione.
Pubblichiamo gli estratti di due lettere particolarmente toccanti, che abbiamo letto su Vanity Fair ( n° 41, 15 ottobre 2008): sono due donne che di fronte alla stessa situazione hanno preso strade diverse, con conseguenze diverse. Per poi capire entrambe che la vita premia sempre chi si fida di lei:

Rosa
"Paolo mi sembrava un uomo speciale, separato da poco, due figli grandi, la nostra storia era cominciata da pochi mesi ma l’ho amato da subito. Quando ho scoperto di essere incinta, ero felice. Lui però non era convinto che avere un figlio dopo così poco tempo fosse la scelta giusta. Mi ha promesso che, quando fossimo stati una coppia “vera”, avremo creato la nostra famiglia “vera”: adesso no, era troppo presto. L’intervento il 12 marzo, […] lui mi stava vicino ogni giorno e ripeteva le promesse sulla nostra felicità. Dopo due mesi, però la doccia fredda: è con sua moglie che vuole stare, non mi ama. Dal 30 maggio di lui neanche più l’ombra, e il dolore di quel bambino è diventato una ferita che sanguina ogni giorno. […] alle donne che si trovano a dover decidere e non sanno farlo, vorrei dire: parlate, con mamme, zie, amiche, consultori, psicologi, chiunque possa darvi un consiglio. Non sapete quanto sia doloroso abortire e poi pentirsene. Un figlio vale più di qualsiasi uomo e di qualsiasi storia d’amore, vera o presunta. "

Simona:
"cinque anni fa, già sposata e con due bambini, ho scoperto di essere in attesa. La paura di non farcela, l’impegno per gli altri due, il lavoro precario, la casa, pochi aiuti e pochi soldi… Ho intrapreso il percorso della 194, al primo colloquio con un ginecologo obiettore ero spavalda. Ma alla consegna dei documenti ho cominciato a piangere e ho continuato a singhiozzare per tutta la visita senza che nessuna delle operatrici che avevo di fronte dicesse nulla. Poi però un’infermiera mi ha parlato come si fa con un’amica un po’ confusa. La ringrazio ancora oggi. […]. A volte basta che qualcuno ti lanci una fune per capire che sei sull’orlo del baratro. Il mio bambino ha 4 anni, non riesco a immaginare la mia vita e quella di suo padre e dei suoi fratelli senza di lui. Ogni volta che lo guardo penso che la vita esplode e tu poi ti adatti a lei. La 194 deve restare, ma con essa devono restare l’umanità delle persone, i consigli, la condivisione. E anche gli obiettori."

lunedì 13 ottobre 2008

venerdì 10 ottobre 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: Possibile un'etica in finanza?


Il ministro Tremonti si scaglia contro la cosiddetta salva manager, contenuta nel Decreto legge su Alitalia. L'emendamento prevede, nel caso di amministrazione straordinaria, che i reati come la bancarotta fraudolenta, la bancarotta semplice o il ricorso abusivo al credito, siano applicabili solo se la compagnia fallisce o nell’ipotesi di accertata falsità dei documenti.
L’emendamento, preparato ad hoc per la defunta Alitalia, sembrerebbe interessare anche i casi Parlamat e Cirio. 
Il Ministro Tremonti però non ci sta, e fa scoppiare la polemica: o si ritira l’emendamento, o se ne va il Ministro dell’Economia. 
La maggioranza rassicura che l’emendamento verrà tolto, l’opposizione ne approfitta per mettere in dubbio l’unità del governo. 
Il dibattito va a toccare punti più profondi e complessi dell’emendamento, temi come l’etica nella finanza, di cui ha parlato anche Barbara Berlusconi in un convegno organizzato all’Università Bocconi di Milano. 

E’ possibile che la finanza si comporti in modo più etico? Questo crack finanziario è veramente un punto di svolta, o tornerà tutto come prima in attesa del prossimo crack? 

lunedì 6 ottobre 2008

Esordienti da spennare

Scritto da Sara

Aspiranti scrittori vi consigliamo vivamente la lettura di un libro molto istruttivo: Esordienti da spennare. Come pubblicare il primo libro e difendersi dagli editori a pagamento, di Silvia Ognibene.

Non recentissimo, ( è già un annetto che è in circolazione) il libro si propone di indagare il mondo dell’editoria a pagamento, con possibili strade alternative per gli esordienti scrittori. 
Come saprà senz’altro chi ha un libro nel cassetto, mandare un manoscritto agli editori significa dover fronteggiare squali che vorrebbero banchettare con i sogni di gloria del grafomane di turno. Di solito le case editrici a pagamento sono quelle che si fanno sentire per prime, (di dieci manoscritti mandati agli “editori”, risponderanno tutti e dieci entro un mese!) a prescindere dalla qualità dell’elaborato. Potreste persino mandare il libro che racconta delle vostre vacanze con la bisnonna nella casa di riposo e lo pubblicherebbero più che volentieri: tanto siete voi che pagate interamente i costi del volume. Costi che vanno dai 750 euro ai 6000, a seconda del numero di copie che verranno ( forse) stampate. Il forse è doveroso, perché non è detto che l’esborso di un contributo voglia dire trovarsi le copie in libreria e tantomeno a casa propria. Se l’editore chiede un contributo inferiore alle cifre suddette, non è garanzia di lavoro a buon mercato o d’onestà: può darsi che dopo qualche mese si rifaccia vivo dicendo che il libro purtroppo non vende e che le copie che ancora sono in libreria stanno per essere mandate al macero. L’autore, ferito nell’orgoglio, decide di ricomprare le copie, pur di non vedere il proprio lavoro ridotto al macero*. 
Ci sono però piccoli editori che fanno ancora il loro mestiere con passione, senza chiedere contributi all’autore. Come fanno a non fallire? Hanno nel loro catalogo, oltre agli esordienti, autori già conosciuti che sicuramente venderanno, per poter bilanciare il rischio. 
Un’altra strada è far stampare il libro da un tipografo. Si tratta di scegliere il tipografo che offre un buon rapporto qualità/prezzo. Certo, il risultato sarà un’opera modesta, distribuita magari nella libreria dietro l’angolo, presentata nella festa di paese, ma sarà un’operazione onesta e pulita. Il tipografo stamperà solo le copie richieste, al prezzo di listino. Senza sorprese e senza false promesse. 
Una soluzione modesta: ma è sempre meglio che gettarsi a capofitto nella bocca dello squalo, che vi lascerà senza un euro e, probabilmente, con tutti i libri sul groppone. 



*Per ulteriori informazioni, nel libro di Silvia Ognibene ci sono i nomi degli editori e i preventivi che hanno chiesto! 

venerdì 3 ottobre 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: Lodo Alfano


Il dibattito di oggi si apre con il cosiddetto “Lodo Alfano”, dal nome del proponente, il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Si tratta di un disegno di legge proposto dal Governo Berlusconi recante disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato ad esclusione quello della Corte Costituzionale, tra cui quella del Presidente del Consiglio, esonerato per tutta la durata del suo mandato.

Berlusconi vede questa proposta «necessaria» in un «sistema giudiziario come il nostro, in cui operano alcuni magistrati che invece di limitarsi ad applicare la legge, attribuiscono a se stessi e al loro ruolo un preteso compito etico». Il premier inoltre ringrazia il Parlamento per aver «approvato un provvedimento di legge *comune ad altri Paesi europei che prevede il rinvio dei processi contro le quattro più alte cariche dello Stato»
La goccia che ha fatto traboccare il vaso alimentando le proteste dell’opposizione è stato il tempismo dell’approvazione di questa proposta di legge, in coincidenza con il processo a Milano sulla corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills che vedeva come coimputato il Presidente del Consiglio.

"Il Lodo Alfano necessario contro alcuni magistrati? Berlusconi ammette che si tratta di una legge ad personam ed e' scandaloso che il capo del governo utilizzi il Parlamento e le istituzioni per tutelare i suoi interessi privati" lo afferma Massimo Donadi, capogruppo dell’Italia dei Valori "Le parole di Berlusconi e il ringraziamento rivolto ai parlamentari del centrodestra, che gli hanno regalato 'l'utile leggina' non sono certo una sorpresa per chi ha denunciato la natura fondamentalmente autoritaria di Berlusconi e l'incompatibilita' tra i suoi devastanti conflitti d'interesse e le piu' elementari regole del confronto democratico” conclude.
"Una prova ulteriore che il Lodo Alfano è una legge pensata e approvata esclusivamente per impedire che i processi di Silvio Berlusconi giungano a sentenza. Un clamoroso esempio di conflitto di interessi tra l'imputato e il premier Berlusconi che non ha eguali nel mondo". aggiunge Silvana Mura deputata IdV.
Discreta invece l'opposizione del PD che non punta il dito su Berlusconi ma critica la presunta incostituzionalità del disegno di legge ritenendo la democrazia in imminente pericolo.

''Non ritengo accettabile che un pm in pubblica udienza definisca una legge dello Stato criminogena''. Commenta il ministro della Giustizia, Angelino Alfano riguardo all'aggettivazione usata dal pubblico ministero del Caso Mills, Fabio De Pasquale, nel chiedere l'incostituzionalita' del disegno di legge. ''Essendo questa legge riferita alle quattro massime cariche dello Stato vorrei capire chi sarebbe il criminale indotto a commettere il crimine (…) e' legittimo che un pm eccepisca sulla costituzionalita' di una legge, ma questa affermazione e' fuori dal sistema. E' la cartina di tornasole di come alcuni pm non riconoscono la sovranita' del Parlamento''.

Questo privilegio è previsto per i parlamentari limitatamente all'esercizio delle loro funzioni e *in alcune nazioni, come nel caso della Grecia, della Francia e del Portogallo, l'immunità per ogni tipo di procedimento è garantita ai capi di stato e ad alcuni reali;  il “Lodo Alfano” però può considerarsi unico nel suo genere proprio in quanto allarga le sue vedute anche alle cariche governative.

In attesa di ulteriori sviluppi l’opposizione, in particolar modo Di Pietro e l’Italia dei Valori si affida alla giornata dell’11 ottobre, che da Piazza Navona e da altre piazze d’Italia lancerà la campagna di raccolta firme per il referendum abrogativo.

giovedì 2 ottobre 2008

mercoledì 1 ottobre 2008

Opus Dei

Scritto da Sara

L’avrete sentito nominare se avete letto Il Codice Da Vinci di Dan Brown, eppure loro, i membri dell’Opus Dei, ne prendono nettamente le distanze. Il libro che ha reso famosa l’organizzazione contiene errori e dà una distorta immagine dei membri dell’Opus Dei, dediti secondo Brown a effettuare punizioni corporali quando non addirittura a cadere in comportamenti criminali e patologici. 
Ma cos’è veramente l’Opus Dei? Abbiamo indagato la natura di questa associazione, al netto di tutto quello che gli è collaterale ( Codice Da Vinci, caso Calvi, lobby di potere, massoneria, ecc…) 
E’ una prelatura personale della Chiesa, fondata nel 1928, e consiste nel <<diffondere il messaggio che il lavoro e le circostanze ordinarie sono occasione di incontro con Dio e di servizio nei confronti degli altri, per il miglioramento della società>>. Non è una setta nascosta, anzi coopera con le parrocchie locali, attraverso ritiri, lezioni e assistenza sacerdotale. 
Quanto alla gerarchia interna, non esistono diverse categorie di membri. Esistono semplicemente modi diversi di vivere la stessa vocazione cristiana a seconda delle circostanze personali: celibi o sposati, sani o malati, ecc.
Il 70% dei fedeli dell’Opus Dei è costituito da persone sposate, con famiglie e un lavoro, il restante 30% è costituito invece da uomini e donne che vogliono vivere il celibato per motivi apostolici. Nell’Opus Dei il prelato viene chiamato semplicemente Padre, e si impegna che vengano seguite le disposizioni della Santa Sede. I fedeli laici dell’Opus Dei dipendono dal Prelato in ciò che riguarda gli impegni spirituali, formativi e apostolici.

In questi giorni ho anche contattato una ragazza che partecipa all’Opus Dei da 3 anni e che l’ha conosciuto proprio attraverso Dan Brown. Si chiama Mary, affettuoso soprannome che le ho dato io perché il suo nome completo è lungo. Le ho chiesto che cosa fa materialmente nell’Opera, e mi ha risposto che uno dei temi cardine dell’opera è la santificazione del lavoro. In termini pratici si organizzano dei momenti di catechesi e dei ritiri ( una volta al mese per mezza giornata, più un ritiro di tre giorni una volta all’anno). E’ consuetudine che non si parli di politica, <<non si parla, né si può parlare, per esplicito divieto del fondatore >> e in generale è apprezzata la libertà e varietà di pensiero ( nei limiti della dottrina cattolica). 
Fermezza sulle dottrine cattoliche, e qualche ritiro spirituale. Niente di più, caro Dan Brown.