martedì 25 novembre 2008

BENITO E RACHELE: NOMI DA 1500 EURO.

Scritto da Sara

Come risolvere i problemi di spopolamento di una Regione? Con una campagna di sensibilizzazione a favore della maternità? Con degli incentivi fiscali alle famiglie meno abbienti?
Il partito Movimento sociale-Fiamma Tricolore della Basilicata ha proposto una maniera più originale ( e nostalgica) per risolvere il problema: offrire 1500 euro alle coppie che chiameranno Benito o Rachele i figli, in cinque paesi della Basilicata a rischio spopolamento. Si tratta di un contributo una tantum, e nel piccolo partito sono abbastanza rigidi: l’assegno verrà dato solo a chi chiamerà i figli con il nome del duce e signora, i soldi devono essere utilizzati unicamente per l’acquisto di beni destinati al bambino ( culla, passeggino, ecc…) e secondo i vertici locali del partito è una manovra che certo non risolverà il problema dello spopolamento ma sarà un passettino in avanti. Stesso trattamento anche ai figli di stranieri. Immaginate: Benito Mohammed Abdullah.
Il dubbio ci viene: non sarà per pubblicità che il partitino ha tirato fuori dal cilindro questa manovra?
Del resto i figli costano e 1500 euro sono irrisori se si pensa a tutti i soldi di cui avrà bisogno un bambino, anche solo nel suo primo anno di età. Senza contare che di fascisti veri, pronti a onorare la memoria del duce chiamando un figlio col suo nome ( Rachele forse ha più chances), quanti ce ne saranno? Ormai non lo sono più neanche Fini e Alemanno.
Intanto un quotidiano britannico, prendendo spunto dalla notizia, fa sapere che il nome Benito è ormai pressoché scomparso dall’Italia, per via del suo diretto collegamento con Mussolini….
E se è scomparso un motivo ci sarà!

giovedì 13 novembre 2008

I SOLDI NON SONO TUTTO... ALL'UNIVERSITA'

Scritto da Sara


E’ solo colpa del taglio dei fondi se la scuola pubblica sta affondando?

L’argomento infiamma le piazze e i talk show televisivi, tutti impegnati a dibattere sulla salute cagionevole della scuola pubblica e le sue cause.

Roberto Perotti non ha dubbi, e sembra intenzionato a smontare falsi miti: non è colpa dei tagli se la scuola pubblica, la ricerca, le università, sono alla frutta. E in un libro, “L’università truccata”, ( Einaudi, pagg.184, 16 euro), fa il punto della situazione sul mondo accademico. Risultato? L’università è piena di parassiti, non più meritevoli di altri, sdraiati tra gli allori grazie a meccanismi clientelari.
Roberto Perotti ne è convinto: del resto il mondo accademico lo conosce bene, essendo docente di Economia politica alla Bocconi. Invece di guardare la spesa per studente iscritto, a suo avviso non indicativa, bisognerebbe guardare la spesa per studente a “tempo pieno” ( i frequentanti che sostengono esami): "si nota che è di 16.027 dollari, la più alta del mondo dopo Usa, Svizzera e Svezia. E anche con questi fondi la ricerca italiana non è poi così feconda".
In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, smonta tanti altri miti: è vero ci sono punte d’ eccellenza nella ricerca italiana, ma nel complesso è poco feconda rispetto ad altri Paesi. E ancora i concorsi truccati non sono episodi sporadici, ma molto diffusi, come si nota guardando i nomi dei docenti universitari: molti sono figli dei baroni universitari. ( E anche questa, ci permettiamo di aggiungere, è una notazione che tiene conto solo di chi porta lo stesso cognome del padre barone universitario. Poi ci sono i discendenti da parte di madre “baronessa”, i nipoti, i cugini, gli amici).
Ma allora tutti gli studenti che sono scesi in piazza hanno torto? "Protestare per i tagli è normale"dice Perotti.
Ma di certo non è colpa del governo e della Finanziaria se l’università è allo sfascio.
Ci permettiamo di aggiungere che se il governo non c’entra direttamente, molte volte è la stessa politica a sistemare le sue perle in giro per gli atenei italiani.
La soluzione di Perotti è molto ambiziosa: premiare i meritevoli e disincentivare gli incapaci, accettando di pagare il venticinquenne genio più del barone universitario che è in cattedra da 20 anni. E soprattutto, penalizzare l’ateneo nei finanziamenti, quando fa assumere un ricercatore che non combinerà nulla.
Chissà se il trio Brunetta-Gelmini-Tremonti ha letto il libro….

venerdì 7 novembre 2008

Comunicazioni importanti

1) tra qualche tempo Testata Immaginaria si avvarrà di nuovi collaboratori, e allargherà il suo raggio d'indagine anche all'estero.
2) personalmente mi sento di dover chiarire alcuni punti. Fermo restando che l'informazione imparziale non esiste, e che il taglio dell'articolo influenza il giudizio di chi lo legge, penso che un margine di obiettività e veridicità sia possibile. Per questo io e Daniela non pretendiamo di essere il Vangelo, ma ci sforziamo di raccontare i fatti. Poi è chiaro che abbiamo le nostre opinioni, ma cerchiamo di metterle da parte quando scriviamo.
Altra cosa è appoggiarsi a notizie false, non verificate e spacciarle per vere. Questo è capitato una volta, ( a me, per inciso) e posso solo dire che sbagliare è umano e che è giusto scusarsi e correggere gli errori.
3) grazie a tutti quelli che leggono il nostro blog!

Sara

mercoledì 5 novembre 2008

REPERTI ARCHEOLOGICI E LEGGI AD PERSONAM

Scritto da Sara


Mentre in America il neo presidente Barack Obama, nel suo primo discorso alla nazione dice che in America tutto è possibile, possiamo dire che anche in Italia sono molte le cose possibili, dove in altri Paesi sarebbero impensabili.
Gabriella Carlucci, deputata del Pdl ne sa qualcosa: l’affascinante deputata aveva presentato un emendamento alla Finanziaria avente ad oggetto sanatorie per i possessori di reperti archeologici. Altrimenti detto basterebbe dichiarare di avere un reperto anteriore al 476 d.C. entro 180 giorni dall'entrata in vigore del decreto, dire di esserne in possesso in buona fede e pagare le spese di catalogazione (che oscillerebbero tra i 300 e i 10mila euro) per diventare legittimi proprietari di quel pezzo di statua etrusca o romana o di quel capitello della Magna Grecia. Un capitello rubato diventa tuo se dichiari di averlo in buona fede e paghi un obolo neanche troppo alto.
Questa la furbata di Gabriella Carlucci. Il che comporterebbe anche la depenalizzazione del furto, ricettazione e incauto acquisto, legati al reperto.
Se non che Salvatore Settis, presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, indignato ha scritto un articolo su Repubblica denunciando l’accaduto, provocando un’interrogazione parlamentare del deputato del Pd Ermete Reallacci e una petizione di Legambiente.
Gabriella Carlucci a quel punto, indignata anche lei, ritratta tutto e dice di non aver mai proposto nessun emendamento che facilitasse la vita ai tombaroli. L’emendamento ora infatti non c’è più, perché è stato ritirato, come risulta dal resoconto della Camera dei Deputati del 28 ottobre 2008.
Resta da capire perché un emendamento talmente fuori luogo sia stato concepito dalla signora Carlucci. Per facilitare il riemergere di oggetti trafugati: se il privato sa di non correre rischi, si autodenuncerà e lo Stato verrà a conoscenza dell’esistenza del reperto. In pratica, spiega Pier Giovanni Guzzo, archeologo, soprintendente di Pompei e Napoli, il vantaggio derivante dall’autodenuncia sarà minimo, perché i reperti veramente eccezionali vanno all’estero in modo illecito.
Si può sempre pensare che la Carlucci abbia qualche conoscente in possesso di reperti anteriori al 476 d.C. e la strada delle leggi ad personam è sempre lastricata di buone intenzioni…


giovedì 30 ottobre 2008

DOPO LA PENSIONE, CHE FARE?

Scritto da Sara


Non lasciatevi ingannare dal titolo, che sembrerebbe raccontare della noia dei pensionati alle prese con una nuova vita senza il lavoro e una serie di acciacchi che li costringono a letto. Noi vi parliamo di un gruppo di pensionati che invece hanno trovato il modo di far fruttare il loro tempo libero con un grosso vantaggio per la società.
I nostri volonterosi eroi sono un ex meccanico, un ex sindacalista, un ex urbanista e alcuni intellettuali e della loro storia ci ha parlato Milena Gabanelli, nella sezione “Good New” di Report.
I prezzi degli affitti a Milano, si sa, sono altissimi, e case popolari neanche a parlarne. Liste di attesa lunghissime, appartamenti che potrebbero essere affittati e invece sono sfitti, porte murate per non far entrare abusivi. Questo è il panorama di Milano, ma siamo sicure che è così anche in altre città d’Italia. Mentre gli alti vertici pensano a come cambierà Milano per l’expò, i milanesi devono fare i conti con 1800 alloggi di proprietà pubblica abbandonati a se stessi, > dice Cesare Moreschi, uno dei pensionati.
Così Cesare Moreschi e il suo gruppo di amici, hanno pensato bene di risolvere in parte il problema facendo una proposta all’Aler: << avete qui degli alloggi chiusi, sfitti, vuoti, abbandonati, affidateli a noi, noi vi paghiamo l’affitto, ve li rimettiamo in ordine e tra 15 anni ve li restituiamo risanati>>. A San Siro sono stati risanati 30 appartamenti, ora affittati a un prezzo di 600 euro per 80 metri quadrati. Che non è comunque poco, ma per il mercato milanese sono condizioni vantaggiose.
Il Comune ci guadagna, i pensionati si trovano a lavorare su alloggi fatiscenti ( piccioni morti, avanzi di cibo nel frigo in decomposizione) e talvolta a mettere mano al portafoglio senza lucrarci.
In Via Grazioli, il gruppo di pensionati insieme ad altri costruttori, sta addirittura ultimando 240 appartamenti, la maggior parte dei quali in affitto.
Insomma la pubblica amministrazione fa acqua da tutte le parti, i pensionati si sono rimboccati le maniche, alla faccia di chi dice che sono solo un costo per lo Stato.
La loro storia dimostra quello che il nostro blog sostiene da tanto tempo: che non bisogna rassegnarsi e lamentarsi di questa Italietta allo sfacelo, ma rimboccarsi le maniche e tentare di cambiare nel proprio piccolo le cose. E che un’altra Italia è possibile, basta volerlo.

venerdì 24 ottobre 2008

DIBATTITO DEL VENERDì: E' SINCERA LA SOLIDARIETA' A SAVIANO?

Si moltiplicano le iniziative di solidarietà a Roberto Saviano. C'è chi dice che è una moda passeggera e che, finito il clamore, Saviano tornetà nell'ombra abbandonato a se stesso.
C'è chi invece lo vede come un eroe che passerà alla storia insieme a Falcone e Borsellino.

Quale delle due correnti è più realistica?

giovedì 23 ottobre 2008

GRAZIE a chi ha sentito che il mio dolore era il suo dolore


Di Roberto Saviano

Grazie per tutto quanto state facendo. È difficile dimostrare quanto sia importante per me quello che è successo in questi giorni. Quanto mi abbia colpito e rincuorato, commosso e sbalordito sino a lasciarmi quasi senza parole. Non avrei mai immaginato che potesse accadere niente di simile, mai mi sarei sognato una tale reazione a catena di affetto e solidarietà.GRAZIE al Presidente della Repubblica, che, come già in passato, mi ha espresso una vicinanza in cui non ho sentito solo l'appoggio della più alta carica di questo paese, ma la sincera partecipazione di un uomo che viene dalla mia terra.

GRAZIE al presidente del Consiglio e a quei ministri che hanno voluto dimostrarmi la loro solidarietà sottolineando che la mia lotta non dev'essere vista disgiunta dall'operato delle forze che rappresentano lo Stato e anche dall'impegno di tutti coloro che hanno il coraggio di non piegarsi al predominio della criminalità organizzata. GRAZIE allo sforzo intensificato nel territorio del clan dei Casalesi, con la speranza che si vada avanti sino a quando i due latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine - i boss-manager che investono a Roma come a Parma e Milano - possano essere finalmente arrestati.

GRAZIE all'opposizione e ai ministri ombra che hanno appoggiato il mio impegno e quanto il governo ha fatto per la mia sicurezza. Scorgendo nella mia lotta una lotta al di là di ogni parte.
Le letture delle mie parole che sono state fatte in questi giorni nelle piazze mi hanno fatto un piacere immenso. Come avrei voluto essere lì, in ogni piazza, ad ascoltare. A vedere ogni viso. A ringraziare ogni persona, a dirgli quanto era importante per me il suo gesto.
Perché ora quelle parole non sono più le mie parole. Hanno smesso di avere un autore, sono divenute la voce di tutti. Un grande, infinito coro che risuona da ogni parte d'Italia. Un libro che ha smesso di essere fatto di carta e di simboli stampati nero su bianco ed è divenuto voce e carne. GRAZIE a chi ha sentito che il mio dolore era il suo dolore e ha provato a immaginare i morsi della solitudine.

GRAZIE a tutti coloro che hanno ricordato le persone che vivono nella mia stessa condizione rendendole così un po' meno sole, un po' meno invisibili e dimenticate.GRAZIE a tutti coloro che mi hanno difeso dalle accuse di aver offeso e diffamato la mia terra e a tutti coloro che mi hanno offerto una casa non facendomi sentire come uno che si è messo nei guai da solo e ora è giusto che si arrangi.

GRAZIE a chi mi ha difeso dall'accusa di essere un fenomeno mediatico, mostrando che i media possono essere utilizzati come strumento per mutare la consapevolezza delle persone e non solo per intrattenere telespettatori.

GRAZIE alle trasmissioni televisive che hanno dato spazio alla mia vicenda, che hanno fatto luce su quel che accade, GRAZIE ai telegiornali che hanno seguito momento per momento mutando spesso la scaletta solita dando attenzione a storie prima ignorate.

GRAZIE alle radio che hanno aperto i loro microfoni a dibattiti e commenti, GRAZIE specialmente a Fahrenheit (Radio 3) che ha organizzato una maratona di letture di Gomorra in cui si sono alternati personaggi della cultura, dell'informazione, dello spettacolo e della società civile. Voci che si suturano ad altre voci.

GRAZIE a chi, in questi giorni, dai quotidiani, alle agenzie stampa, alle testate online, ai blog, ha diffuso notizie e dato spazio a riflessioni e approfondimenti.Da questo Sud spesso dimenticato si può vedere meglio che altrove quanto i media possano avere talora un ruolo davvero determinante.

GRAZIE per aver permesso, nonostante il solito cinismo degli scettici, che si formasse una nuova sensibilità verso tematiche per troppo tempo relegate ai margini. Perché raccontare significa resistere e resistere significa preparare le condizioni per un cambiamento.

GRAZIE ai social network Facebook e Myspace, da cui ho ricevuto migliaia di messaggi e gesti di vicinanza, che hanno creato una community dove la virtualità era il preludio più immediato per le iniziative poi organizzate in piazza da persone in carne e ossa.

GRAZIE ai professori delle scuole che hanno parlato con i ragazzi, GRAZIE a tutti coloro che hanno fatto leggere e commentare brani del mio libro in classe. GRAZIE alle scuole che hanno sentito queste storie le loro storie.GRAZIE a tutte le città che mi hanno offerto la cittadinanza onoraria, a queste chiedo di avere altrettanta attenzione a chi concedono gli appalti e a non considerare estranei i loro imprenditori e i loro affari dagli intrecci della criminalità organizzata.

E Grazie al mio quotidiano e ai premi Nobel e ai colleghi scrittori di tante nazionalità che hanno scritto e firmato un appello in mio appoggio, scorgendo nella vicenda che mi ha riguardato qualcosa che travalica le problematiche di questo paese e facendomi sentire a pieno titolo un cittadino del mondo.
Eppure Cesare Pavese scrive che "un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".
Io spesso in questi anni ho pensato che la cosa più dura era che nessuno fosse lì ad aspettarmi.

Ora so, GRAZIE alle firme di migliaia di cittadini, che non è più così, che qualcosa di mio è diventato qualcosa di nostro.
E che paese non è più - dopo questa esperienza - un'entità geografica, ma che il mio paese è quell'insieme di donne e uomini che hanno deciso di resistere, di mutare e di partecipare, ciascuno facendo bene le cose che sa fare. GRAZIE.


22 ottobre 2008


martedì 21 ottobre 2008

SIAMO TUTTI ROBERTO SAVIANO

Scritto da Sara


Sembra che abbia perso un po’ di smalto, di combattività e determinatezza, Roberto Saviano. E’ andato a Matrix a raccontare la sua storia di condannato a morte dalla camorra, e davanti al ministro Giorgia Meloni e al relativo ministro ombra, ha ammesso che vorrebbe lasciare l’Italia. Eppure l’influenza che ha avuto il suo libro sulle coscienze è sotto gli occhi di tutti: in Italia e all’estero. Il suo libro solo in Italia ha venduto 1,8 milioni di copie, è stato tradotto in 43 Paesi, The Economist l’ha inserito tra i 100 libri dell’anno, e da poco è diventato anche un film diretto da Matteo Garrone. Di contro Saviano vive sotto scorta da due anni, ed è vittima di continue minacce.
La sua storia è l’esempio di come la via della verità è sempre la più difficile, quella meno comoda, che potrebbe cambiarti la vita in peggio. Ma chi la sceglie viene ricompensato, almeno dal punto di vista della solidarietà. Ecco perché a Roma, martedì 21 ottobre presso la Casa della Memoria e della Storia, è in programma una lettura corale di Gomorra. Una lettura per dare forza a Saviano, magari per indurlo a restare, in ogni caso per spronarlo a non lasciarsi abbattere dalle minacce di morte. Ogni cittadino che vorrà partecipare a questa manifestazione, leggerà una pagina del libro sulla quale sarà impresso il suo nome.
Una prova di coraggio e di impegno civile.
Per chi si trovasse a Roma in quei giorni e volesse dare il suo appoggio all’iniziativa, http://www.casadellamemoria.culturaroma.it/, 21 novembre 2008 dalle ore 10.00 alle 20.00 in Via San Francesco di Sales, 5 (Trastevere) – Roma. Ingresso libero.

venerdì 17 ottobre 2008

DUE DONNE, DUE SCELTE DIVERSE, UN’UNICA CONCLUSIONE



Di Sara e Daniela


D’accordo quando leggerete quest’intervento, direte che non si tratta di informazione “pura”, ma vorremmo servirci del blog una volta tanto per dare risposte definitive.
Abbiamo parlato di questo argomento in maniera trasversale, e per farne un dibattito. Ora, scusateci per il cambio di rotta, ci permettiamo di non fare più dibattiti, ma di prendere una posizione.
Pubblichiamo gli estratti di due lettere particolarmente toccanti, che abbiamo letto su Vanity Fair ( n° 41, 15 ottobre 2008): sono due donne che di fronte alla stessa situazione hanno preso strade diverse, con conseguenze diverse. Per poi capire entrambe che la vita premia sempre chi si fida di lei:

Rosa
"Paolo mi sembrava un uomo speciale, separato da poco, due figli grandi, la nostra storia era cominciata da pochi mesi ma l’ho amato da subito. Quando ho scoperto di essere incinta, ero felice. Lui però non era convinto che avere un figlio dopo così poco tempo fosse la scelta giusta. Mi ha promesso che, quando fossimo stati una coppia “vera”, avremo creato la nostra famiglia “vera”: adesso no, era troppo presto. L’intervento il 12 marzo, […] lui mi stava vicino ogni giorno e ripeteva le promesse sulla nostra felicità. Dopo due mesi, però la doccia fredda: è con sua moglie che vuole stare, non mi ama. Dal 30 maggio di lui neanche più l’ombra, e il dolore di quel bambino è diventato una ferita che sanguina ogni giorno. […] alle donne che si trovano a dover decidere e non sanno farlo, vorrei dire: parlate, con mamme, zie, amiche, consultori, psicologi, chiunque possa darvi un consiglio. Non sapete quanto sia doloroso abortire e poi pentirsene. Un figlio vale più di qualsiasi uomo e di qualsiasi storia d’amore, vera o presunta. "

Simona:
"cinque anni fa, già sposata e con due bambini, ho scoperto di essere in attesa. La paura di non farcela, l’impegno per gli altri due, il lavoro precario, la casa, pochi aiuti e pochi soldi… Ho intrapreso il percorso della 194, al primo colloquio con un ginecologo obiettore ero spavalda. Ma alla consegna dei documenti ho cominciato a piangere e ho continuato a singhiozzare per tutta la visita senza che nessuna delle operatrici che avevo di fronte dicesse nulla. Poi però un’infermiera mi ha parlato come si fa con un’amica un po’ confusa. La ringrazio ancora oggi. […]. A volte basta che qualcuno ti lanci una fune per capire che sei sull’orlo del baratro. Il mio bambino ha 4 anni, non riesco a immaginare la mia vita e quella di suo padre e dei suoi fratelli senza di lui. Ogni volta che lo guardo penso che la vita esplode e tu poi ti adatti a lei. La 194 deve restare, ma con essa devono restare l’umanità delle persone, i consigli, la condivisione. E anche gli obiettori."

lunedì 13 ottobre 2008

venerdì 10 ottobre 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: Possibile un'etica in finanza?


Il ministro Tremonti si scaglia contro la cosiddetta salva manager, contenuta nel Decreto legge su Alitalia. L'emendamento prevede, nel caso di amministrazione straordinaria, che i reati come la bancarotta fraudolenta, la bancarotta semplice o il ricorso abusivo al credito, siano applicabili solo se la compagnia fallisce o nell’ipotesi di accertata falsità dei documenti.
L’emendamento, preparato ad hoc per la defunta Alitalia, sembrerebbe interessare anche i casi Parlamat e Cirio. 
Il Ministro Tremonti però non ci sta, e fa scoppiare la polemica: o si ritira l’emendamento, o se ne va il Ministro dell’Economia. 
La maggioranza rassicura che l’emendamento verrà tolto, l’opposizione ne approfitta per mettere in dubbio l’unità del governo. 
Il dibattito va a toccare punti più profondi e complessi dell’emendamento, temi come l’etica nella finanza, di cui ha parlato anche Barbara Berlusconi in un convegno organizzato all’Università Bocconi di Milano. 

E’ possibile che la finanza si comporti in modo più etico? Questo crack finanziario è veramente un punto di svolta, o tornerà tutto come prima in attesa del prossimo crack? 

lunedì 6 ottobre 2008

Esordienti da spennare

Scritto da Sara

Aspiranti scrittori vi consigliamo vivamente la lettura di un libro molto istruttivo: Esordienti da spennare. Come pubblicare il primo libro e difendersi dagli editori a pagamento, di Silvia Ognibene.

Non recentissimo, ( è già un annetto che è in circolazione) il libro si propone di indagare il mondo dell’editoria a pagamento, con possibili strade alternative per gli esordienti scrittori. 
Come saprà senz’altro chi ha un libro nel cassetto, mandare un manoscritto agli editori significa dover fronteggiare squali che vorrebbero banchettare con i sogni di gloria del grafomane di turno. Di solito le case editrici a pagamento sono quelle che si fanno sentire per prime, (di dieci manoscritti mandati agli “editori”, risponderanno tutti e dieci entro un mese!) a prescindere dalla qualità dell’elaborato. Potreste persino mandare il libro che racconta delle vostre vacanze con la bisnonna nella casa di riposo e lo pubblicherebbero più che volentieri: tanto siete voi che pagate interamente i costi del volume. Costi che vanno dai 750 euro ai 6000, a seconda del numero di copie che verranno ( forse) stampate. Il forse è doveroso, perché non è detto che l’esborso di un contributo voglia dire trovarsi le copie in libreria e tantomeno a casa propria. Se l’editore chiede un contributo inferiore alle cifre suddette, non è garanzia di lavoro a buon mercato o d’onestà: può darsi che dopo qualche mese si rifaccia vivo dicendo che il libro purtroppo non vende e che le copie che ancora sono in libreria stanno per essere mandate al macero. L’autore, ferito nell’orgoglio, decide di ricomprare le copie, pur di non vedere il proprio lavoro ridotto al macero*. 
Ci sono però piccoli editori che fanno ancora il loro mestiere con passione, senza chiedere contributi all’autore. Come fanno a non fallire? Hanno nel loro catalogo, oltre agli esordienti, autori già conosciuti che sicuramente venderanno, per poter bilanciare il rischio. 
Un’altra strada è far stampare il libro da un tipografo. Si tratta di scegliere il tipografo che offre un buon rapporto qualità/prezzo. Certo, il risultato sarà un’opera modesta, distribuita magari nella libreria dietro l’angolo, presentata nella festa di paese, ma sarà un’operazione onesta e pulita. Il tipografo stamperà solo le copie richieste, al prezzo di listino. Senza sorprese e senza false promesse. 
Una soluzione modesta: ma è sempre meglio che gettarsi a capofitto nella bocca dello squalo, che vi lascerà senza un euro e, probabilmente, con tutti i libri sul groppone. 



*Per ulteriori informazioni, nel libro di Silvia Ognibene ci sono i nomi degli editori e i preventivi che hanno chiesto! 

venerdì 3 ottobre 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: Lodo Alfano


Il dibattito di oggi si apre con il cosiddetto “Lodo Alfano”, dal nome del proponente, il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Si tratta di un disegno di legge proposto dal Governo Berlusconi recante disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato ad esclusione quello della Corte Costituzionale, tra cui quella del Presidente del Consiglio, esonerato per tutta la durata del suo mandato.

Berlusconi vede questa proposta «necessaria» in un «sistema giudiziario come il nostro, in cui operano alcuni magistrati che invece di limitarsi ad applicare la legge, attribuiscono a se stessi e al loro ruolo un preteso compito etico». Il premier inoltre ringrazia il Parlamento per aver «approvato un provvedimento di legge *comune ad altri Paesi europei che prevede il rinvio dei processi contro le quattro più alte cariche dello Stato»
La goccia che ha fatto traboccare il vaso alimentando le proteste dell’opposizione è stato il tempismo dell’approvazione di questa proposta di legge, in coincidenza con il processo a Milano sulla corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills che vedeva come coimputato il Presidente del Consiglio.

"Il Lodo Alfano necessario contro alcuni magistrati? Berlusconi ammette che si tratta di una legge ad personam ed e' scandaloso che il capo del governo utilizzi il Parlamento e le istituzioni per tutelare i suoi interessi privati" lo afferma Massimo Donadi, capogruppo dell’Italia dei Valori "Le parole di Berlusconi e il ringraziamento rivolto ai parlamentari del centrodestra, che gli hanno regalato 'l'utile leggina' non sono certo una sorpresa per chi ha denunciato la natura fondamentalmente autoritaria di Berlusconi e l'incompatibilita' tra i suoi devastanti conflitti d'interesse e le piu' elementari regole del confronto democratico” conclude.
"Una prova ulteriore che il Lodo Alfano è una legge pensata e approvata esclusivamente per impedire che i processi di Silvio Berlusconi giungano a sentenza. Un clamoroso esempio di conflitto di interessi tra l'imputato e il premier Berlusconi che non ha eguali nel mondo". aggiunge Silvana Mura deputata IdV.
Discreta invece l'opposizione del PD che non punta il dito su Berlusconi ma critica la presunta incostituzionalità del disegno di legge ritenendo la democrazia in imminente pericolo.

''Non ritengo accettabile che un pm in pubblica udienza definisca una legge dello Stato criminogena''. Commenta il ministro della Giustizia, Angelino Alfano riguardo all'aggettivazione usata dal pubblico ministero del Caso Mills, Fabio De Pasquale, nel chiedere l'incostituzionalita' del disegno di legge. ''Essendo questa legge riferita alle quattro massime cariche dello Stato vorrei capire chi sarebbe il criminale indotto a commettere il crimine (…) e' legittimo che un pm eccepisca sulla costituzionalita' di una legge, ma questa affermazione e' fuori dal sistema. E' la cartina di tornasole di come alcuni pm non riconoscono la sovranita' del Parlamento''.

Questo privilegio è previsto per i parlamentari limitatamente all'esercizio delle loro funzioni e *in alcune nazioni, come nel caso della Grecia, della Francia e del Portogallo, l'immunità per ogni tipo di procedimento è garantita ai capi di stato e ad alcuni reali;  il “Lodo Alfano” però può considerarsi unico nel suo genere proprio in quanto allarga le sue vedute anche alle cariche governative.

In attesa di ulteriori sviluppi l’opposizione, in particolar modo Di Pietro e l’Italia dei Valori si affida alla giornata dell’11 ottobre, che da Piazza Navona e da altre piazze d’Italia lancerà la campagna di raccolta firme per il referendum abrogativo.

giovedì 2 ottobre 2008

mercoledì 1 ottobre 2008

Opus Dei

Scritto da Sara

L’avrete sentito nominare se avete letto Il Codice Da Vinci di Dan Brown, eppure loro, i membri dell’Opus Dei, ne prendono nettamente le distanze. Il libro che ha reso famosa l’organizzazione contiene errori e dà una distorta immagine dei membri dell’Opus Dei, dediti secondo Brown a effettuare punizioni corporali quando non addirittura a cadere in comportamenti criminali e patologici. 
Ma cos’è veramente l’Opus Dei? Abbiamo indagato la natura di questa associazione, al netto di tutto quello che gli è collaterale ( Codice Da Vinci, caso Calvi, lobby di potere, massoneria, ecc…) 
E’ una prelatura personale della Chiesa, fondata nel 1928, e consiste nel <<diffondere il messaggio che il lavoro e le circostanze ordinarie sono occasione di incontro con Dio e di servizio nei confronti degli altri, per il miglioramento della società>>. Non è una setta nascosta, anzi coopera con le parrocchie locali, attraverso ritiri, lezioni e assistenza sacerdotale. 
Quanto alla gerarchia interna, non esistono diverse categorie di membri. Esistono semplicemente modi diversi di vivere la stessa vocazione cristiana a seconda delle circostanze personali: celibi o sposati, sani o malati, ecc.
Il 70% dei fedeli dell’Opus Dei è costituito da persone sposate, con famiglie e un lavoro, il restante 30% è costituito invece da uomini e donne che vogliono vivere il celibato per motivi apostolici. Nell’Opus Dei il prelato viene chiamato semplicemente Padre, e si impegna che vengano seguite le disposizioni della Santa Sede. I fedeli laici dell’Opus Dei dipendono dal Prelato in ciò che riguarda gli impegni spirituali, formativi e apostolici.

In questi giorni ho anche contattato una ragazza che partecipa all’Opus Dei da 3 anni e che l’ha conosciuto proprio attraverso Dan Brown. Si chiama Mary, affettuoso soprannome che le ho dato io perché il suo nome completo è lungo. Le ho chiesto che cosa fa materialmente nell’Opera, e mi ha risposto che uno dei temi cardine dell’opera è la santificazione del lavoro. In termini pratici si organizzano dei momenti di catechesi e dei ritiri ( una volta al mese per mezza giornata, più un ritiro di tre giorni una volta all’anno). E’ consuetudine che non si parli di politica, <<non si parla, né si può parlare, per esplicito divieto del fondatore >> e in generale è apprezzata la libertà e varietà di pensiero ( nei limiti della dottrina cattolica). 
Fermezza sulle dottrine cattoliche, e qualche ritiro spirituale. Niente di più, caro Dan Brown. 

lunedì 29 settembre 2008

venerdì 26 settembre 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: Obama o McCain?


La campagna elettorale americana è ormai agli sgoccioli. Vincerà il giovane democratico Barack Obama, primo candidato nero nella storia degli Stati Uniti, o il repubblicano Mc Cain con l’aiuto della volitiva Sarah Palin? 

Da esterni possiamo solo tifare per l’uno o per l’altro, intanto vi elenchiamo i punti di forza dei due candidati: 

Barack Obama
  • Con lui alla presidenza la condizione dei neri, finora al margine della società americana, potrebbe migliorare sensibilmente. 
  • È dotato di grande carisma ed è riuscito a mobilitare l’elettorato americano, di solito non molto interessato alla politica. 
  • Ha affidato il ruolo di vice a Joseph Biden, uomo di grande esperienza in politica estera, che potrebbe sopperire alla giovane età del candidato nero.  
  • Ha proposto il rientro immediato delle truppe americane dall’Iraq ed è sostenitore del dialogo con i Paesi confinanti con l’Iraq. Sul fronte della sicurezza ha intenzione di mettere in sicurezza tutto il materiale nucleare e le armi ad alto potenziale di distruzione ora alloggiati in siti vulnerabili ad attacchi da parte di possibili gruppi terroristici. 
  • Economia: il senatore dell’Illinois ha proposto tagli fiscali alle famiglie della classe operaia e l’istituzione di un fondo per aiutare le persone in difficoltà. 

Sanità: in un Paese dove ammalarsi è un lusso per pochi, Barack Obama ha proposto l’istituzione di un’assicurazione che copra le spese mediche per tutti i bambini. Obama ha inoltre proposto che i datori di lavoro si impegnino a contribuire ai costi dell’assicurazione per la malattia dei loro dipendenti e ai cittadini a cui non fosse fornita un’assicurazione sulla malattia dal datore di lavoro verrebbero garantite opzioni di scelta per polizze create appositamente da assicurazioni private o pubbliche


John Mc Cain: 

  • Giudicato più affidabile di Barack Obama, perché più esperto in politica
  • Ha affidato il ruolo di vice a una donna, Sarah Palin, già governatrice dell’Alaska che potrebbe attirare i voti dell’elettorato conservatore. 
  • Sul fronte Iraq per John Mc Cain gli Stati Uniti non devono andarsene prima di aver vinto la guerra. 
  • Ha un programma “verde”, perché ritiene che l’ambiente sia molto importante. Infatti sostiene l'indipendenza energetica dai paesi del medio-oriente e l'utilizzo del nucleare e del carbone. 
  • Per la Sanità Mc Cain ha proposto l’estensione di polizze assicurative con contributi statali, proposta che ha fatto storcere il naso a molti repubblicani. 
  • Infanzia: ha proposto il raddoppio dell’esenzione per i figli da 3500 a 7000 dollari. Il partito di Mc Cain gioca molto sui valori della famiglia e della comunità, rafforzati anche dalla nomina di Sarah Palin. 

Immigrazione: le posizioni dei due candidati sono simili: istituire un database riguardante gli immigrati, così da permettere alle imprese di conoscere lo status legale dei lavoratori assunti. A differenza di McCain Barack Obama permetterebbe agli immigrati clandestini che non hanno commesso crimini in territorio statunitense di rimanere nel paese dopo aver regolato la loro posizione pagando una multa e dimostrando la conoscenza dell’inglese. 

martedì 23 settembre 2008

PONTE SULLO STRETTO: A CHE PUNTO SIAMO?

Scritto da Sara



In Italia si discute da molto tempo sulla possibilità di unire la Sicilia con la Calabria attraverso un ponte. Il ponte, nelle intenzioni, collegherebbe Cannitello (in Calabria) con Ganzirri ( in Sicilia) e sono stati presentati molti progetti. Il progetto attuale prevede un ponte a campata unica, sarà il ponte sospeso più lungo del mondo, costerà circa 6 milioni di euro che saranno finanziati dall’Unione Europea fino ad un massimo del 20%.
Il ponte, trovandosi in una zona sismica, dovrà reggere senza danni strutturali a scosse sismiche fino a magnitudo 7,1.
Sono molte le polemiche riguardo alla necessità di costruire il ponte.

Motivazioni “contro”

  • Aspetti economici: pur essendo finanziato dall’Unione Europea per il 20%, resta un 80% a carico dei contribuenti italiani. La Sicilia e la Calabria sono già collegate e quei 6 milioni di euro potrebbero essere usati per altri progetti più urgenti. Primo fra tutti l’ammodernamento della terribile Salerno - Reggio Calabria.
  • Impatto ambientale: il ponte avrebbe un impatto ambientale capace di devastare il paesaggio (magnifico) attuale, si legge da un documento sottoscritto da oltre 60 studiosi e docenti di discipline urbanistiche e del territorio delle Università italiane. Il ponte porterebbe effetti di distruzione degli ecosistemi marini e costieri, anche per le nuove linee ferroviarie (36 km.) e autostradali (25 km.), oltre agli svincoli previsti sulle due sponde: ancora la trasformazione dei litorali, la modifica dei cicli idrogeologici e delle linee di riva; la cancellazione di microflora e microfauna, la rottura dei flussi migratori, ecc.
  • Lo smaltimento rifiuti: si calcola che per la realizzazione del ponte occorreranno alcuni milioni di metri cubi di inerte e centinaia di migliaia di metri cubi di acciaio. Si è individuata l'area del prelievo nella zona etnea, ma pare che non vi sia alcuna analisi di impatto dei siti.
  • Lo zampino della mafia: il 4 novembre 2005 la Direzione investigativa antimafia in una relazione al Parlamento denuncia che la mafia <<tende a rafforzare la propria maglia invasiva con interventi volti a tentare di interferire anche sulla realizzazione di grandi opere d'interesse strategico nazionale, quale, ad esempio, il ponte sullo Stretto di Messina>> Le ingenti risorse in gioco, circa 4,6 miliardi di euro, spingono la mafia «ad affidare ruoli di responsabilità a uomini d'onore dotati di cultura multidisciplinare, professionisti preparati e competenti>>

Motivazioni “a favore”

  • Effetti occupazionali: Cannitello fa sapere che negli 8-9 anni necessari a portare a termine il ponte <<le proiezioni indicano che gli occupati annui diretti saranno circa 4600, mentre l'indotto dovrebbe assommare a 9250 unità. La successiva fase di gestione dell'opera impegnerà circa 500 unità (tra esercizio e manutenzione) con un indotto di ulteriori 450 unità medie per anno. Il notevolissimo contenuto tecnologico del progetto e la dimensione dell'intervento prefigurano però importanti ricadute per diversi settori produttivi non solo in termini di occupazione e di ricavi, ma anche in termini di rivitalizzazione dell'economia locale e di rilancio d'immagine in ambito internazionale. >>
  • La riduzione del tempo per la percorrenza del tratto che divide Villa S. Giovanni da Messina. Il ponte eviterebbe lunghe file per recarsi in Sicilia e viceversa.
  • Il ponte sarebbe un’impresa di ingegneria d’avanguardia che attirerebbe l’ammirazione di tutto il mondo. Lo chiamano già il ponte dei record.
  • Sviluppo del Meridione: per molti il Ponte sullo Stretto sarà l’inizio di una serie di opere che finalmente porteranno un po’ di sviluppo alla Sicilia e in definitiva a tutto il Sud.

venerdì 19 settembre 2008

DIBATTITO DEL VENERDì: TI TRASFERIRESTI ALL'ESTERO PER LAVORO?



Sempre più giovani si trasferiscono all'estero in cerca di condizioni di lavoro migliori. Sono soprattutto laureati e ricercatori. Tra i motivi ci sono le scarse e poco gratificanti prospettive di lavoro dopo anni e anni di studi, master e quant'altro. Naturalmente i salari troppo bassi, la difficoltà di svolgere un'attività in proprio non aiutano i giovani a rimanere in Italia.
I dati del Censis parlano chiaro: la borsa di studio per un dottorato, in Italia, è di 810 euro mensili, rispetto ai 1100 della Germania, i 1500 euro della Svezia e addirittura 4000 dollari degli Stati Uniti. In aggiunta vi sono le innumerevoli varietà contrattuali nelle quali incorrono i giovani dottorandi: assegni di ricerca, co.co.co., assegni post doc, contratti a progetto...

Non è facile trovare il coraggio di andarsene, ma molti lo fanno e le mete preferite sono gli Stati Uniti (34% dei ricercatori italiani) il Regno Unito ( 26%) la Francia ( 11,4%) e i paesi scandinavi (11%).

Voi vi trasferireste all'estero per lavoro? Quale Paese preferireste?

venerdì 12 settembre 2008

DIBATTITO DEL VENERDI': FAVOREVOLE O CONTRARIO AI DICO?


DICO sta per Diritti e doveri delle persone stabilmente Conviventi, ed è un disegno di legge proposto dagli ex ministri Barbara Pollastrini e Rosy Bindi nella scorsa legislatura. Tale disegno di legge riconosceva diritti alle coppie di fatto, ovvero - due persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, affiliazione, tutela.

I diritti riconosciuti nel merito, sarebbero stati:
Decisioni in materia di salute e in caso di morte
Permesso di soggiorno

Alloggi di edilizia pubblica
Utili di impresa
Tassa di successione
Contratto di locazione
Agevolazioni in materia di lavoro
Trattamenti previdenziali e pensionistici
Diritti di successione

I doveri:
Autocertificazione
Obbligo alimentare

Il dibattito sui Dico in Italia è ancora acceso, critiche arrivano dalla Chiesa Cattolica e dai partiti di centro-destra. I lavori per approvare le unioni di fatto sono dunque lunghi.
Per questa ragione in Italia per ora i conviventi non hanno i diritti sopra menzionati.

C’E’ SEMPRE QUALCUNO PIU’ UGUALE DEGLI ALTRI:

Nonostante in Italia le unioni di fatto non siano riconosciute, c’è qualcuno più uguale degli altri:
i Giornalisti: nella coppia di fatto il partner può usufruire della Cassa Mutua sanitaria in uso per la categoria professionale.
I Parlamentari: proprio così, avete capito bene, i compagni dei parlamentari hanno gli stessi diritti delle coppie sposate. Possono trasmettere la pensione di reversibilità al partner sopravvissuto. Inoltre, le coppie non sposate di parlamentari, hanno anche il diritto all'adozione di minori. Ne usufrirono già Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, che adottarono una bambina.
Vale a dire che proprio le persone che si stanno battendo per negare, in nome di valori superiori, i diritti alle coppie non sposate, di fatto questi diritti li hanno già.

lunedì 8 settembre 2008

Riforma Gelmini

Scritto da Sara

Cosa si nasconde dietro le battaglie sul grembiulino e il sette in condotta?

In televisione appare determinata, preparata, energica, la nostra MariaStella Gelmini, nonostante il tono pacato, lo stile pulito. Con sguardo da maestrina spiega ai microfoni del Tg quanto sia fondamentale il grembiule nelle scuole e lo studio dell’educazione civica ( peraltro già presente nei piani di studio, ma forse ignorato dagli studenti tanto quanto le altre materie). Affianca battaglie lusinghiere, già perseguite dai suoi predecessori (la lotta al bullismo, la meritocrazia nelle scuole, stipendi più alti ai docenti, l’abbattimento dei costi dei libri) con manovre che suscitano qualche perplessità: il maestro unico nelle scuole elementari, il “sette in condotta = bocciatura”.

Manca solo la bacchetta, alla berlusconiana ministra, ma non la bacchetta magica che servirebbe per rendere migliore la scuola italiana, bensì la bacchetta per suonarle ai docenti. Prima ai docenti del Sud, colpevoli di non essere preparati e di produrre studenti asini ( si unisce allo scivolone, dandole ragione, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ha studiato ad Agrigento), poi a tutti i docenti d’Italia tagliando posti di lavoro. 60 mila per la Uil. <<il maestro unico cancellerà più di 60 mila cattedre. >> Non è solo una questione di cattedre: è impossibile che una persona abbia una preparazione tale da poter insegnare al meglio tutte le materie che ora sono coperte da due, tre insegnanti. Ormai i bambini non imparano solo a leggere, scrivere e saper fare di conto: ginnastica, musica, inglese, informatica sono materie già previste alle elementari.

Non è solo il maestro unico la preoccupazione di studenti, docenti, genitori. Dietro piccole manovre c’è l’ombra di riforme volte a privatizzare la scuola pubblica.

Ogni Istituto Statale si trasformerà nelle intenzioni del Ministro, in Fondazione per gestire autonomamente i suoi progetti educativi. Il reclutamento del personale sarà a chiamata diretta, nominale, su base fiduciaria, con relativi contratti a tempo determinato di tipo privatistico. Federalismo scolastico dunque, e l’idea di una gestione privata della scuola coi soldi pubblici. Risultati? Un divario ancora più grande tra scuole. Ogni docente sarà controllato e condizionato ( come succede del resto nelle aziende private dove il dipendente deve sottostare alla linea aziendale pena il licenziamento), messo in riga con valutazioni di merito: basterà non allinearsi alle direttive della scuola dove insegna per avere una riduzione di stipendio.

Per l’Università e la Ricerca, la "progressiva abolizione dei contratti a tempo indeterminato dei docenti e la privatizzazione di tutti gli istituti pubblici di ricerca".
Difficile credere che tutto ciò produrrà merito ed efficienza: produrrà senz’altro una scuola gestita da una rete di clientele politiche con i soldi della collettività. E la morte della scuola pubblica.

venerdì 5 settembre 2008

Bentornati

Scritto da Daniela

Salve a tutti.

Settembre purtroppo o per fortuna è cominciato e, come tutti hanno avuto modo di notare, ha portato con se diversi cambiamenti che dobbiamo essere pronti, ahimè, ad accettare.

Cominciamo dai fannulloni di Brunetta che andranno a casa.. a piedi! considerando l'andamento anomalo dei prezzi della benzina rispetto a quelli del petrolio; Berlusconi ha ottenuto la sua tanto amata immunità parlamentare mentre Alfano annaffa ancora per eliminare il problema delle intercettazioni, Russia e Georgia, Obama e Mc Cain aggrappati alla loro speranza per non essere trascinati via da "Gustav". Cercheremo di approfondire più vicende possibili nel nostro blog d'informazione e attendiamo i riscontri e i commenti da parte dei nostri lettori.

Il ritorno dalle vacanze ci aiuta a comprendere con più chiarezza le sottili ma forti trasformazioni che stanno avvenendo non in tv ma intorno a noi.. molti non lo vedono semplicemente perchè ne sono immersi completamente.

Basta solo allontanarsi di qualche passo e leggere un trafiletto del giornale piuttosto che immaginare i servizi che (stranamente) non vanno in onda al telegiornale oppure semplicemente riflettere sulle scelte dei cittadini italiani (che fanno la spesa nei discount e non riescono ad andare in vacanza mentre alzano i prezzi ai turisti) ; basta questo per capire che "c'è dell'altro.. c'è sicuramente molto altro da dire!"...

... ma cosa?

mercoledì 6 agosto 2008

AVVISO IMPORTANTE

Scritto da Sara

La mia campagna di resistenza contro le bugie del nostro semiregime subirà una pausa, causa vacanze estive. Dopodomani sarò a fare qualche bagno al mare, ma non abbasserò mai la guardia neanche in vacanza sulle porcate della maggioranza e dell’opposizione. Questo post mi sembra molto importante, e quindi lo terrò ben in evidenza, affinché lo legga più gente possibile.
Vi lascio con una nuova vergogna, che il nostro governo impacchetterà quest’inverno per noi, e con il quale vuole abolire per legge la categoria dei cronisti giudiziari. In verità non è tutta farina del suo sacco, è stato aiutato ampiamente dal defunto Governo Prodi, in particolare dall’ex ministro-scandalo Mastella. La proposta di legge, che ricalca appunto quella di Mastella ( come vedete non è un'invettiva contro la destra, ma per la democrazia) e se dovesse passare vieterà ai giornalisti di pubblicare notizie di indagine, in qualunque forma: nel contenuto e per riassunto. Mi spiego: se il vostro vicino di casa è indagato per pedofilia non si potrà dire fino al processo. Se l’ospedale dove andate a farvi curare squarta le persone, non si potranno dare notizie sulle indagini, così continuerete allegramente ad andarci e farvi torturare.
I giornalisti che forniranno comunque notizie di indagine verranno puniti con multa e arresto. Come i più vispi noteranno, questo va contro l’articolo 21 della costituzione che sancisce la libertà di espressione: in un Paese democratico il potere legislativo non può impedire ai giornalisti di scrivere fatti di cronaca che l’opinione pubblica ha il diritto di sapere.
Si dirà: gli italiani che hanno votato questo governo, vogliono questa legge. Gli italiani non lo sanno: gli è stato detto che questa è una legge a tutela della privacy. Non è vero, la privacy è già tutelata da norme peraltro molto più severe che in Gran Bretagna o negli Stati Uniti. È una norma che maggioranza e opposizione hanno fortemente voluto in questo e nel precedente governo e mira ad imbavagliare i cronisti giudiziari ( per salvare gli amichetti del transatlantico).
Per non deprimerci troppo, la good news: molti giornalisti hanno aderito all’iniziativa “Arrestateci tutti”. Continueranno a fornire al pubblico notizie di indagine, e nel caso dovessero andare in galera, i loro avvocati si appelleranno all’illegittimità della nuova legge rispetto all’articolo 21 della Costituzione e all’articolo 10 della Convenzione Europea sui diritti dell’Uomo e le libertà fondamentali.

Passate parola.

lunedì 21 luglio 2008

Buone vacanze


Comnichiamo che il blog rimarrà chiuso per le vacanze estive fino alla fine di Agosto.
Ringraziamo con affetto tutti i nostri lettori e auguriamo a tutti buone vacanze!

Sara e Daniela.

martedì 15 luglio 2008

I bei partiti d'Italia

Scritto da Sara



Fino a ieri erano l’esempio della giovane imprenditoria italiana, dinamica, arrivista, con idee innovative, che sa vendere e vendersi. Con orgoglio li abbiamo mostrati al mondo, gli abbiamo dedicato articoli in cui elogiavamo il loro spirito imprenditoriale, li abbiamo dipinti come “i più in gamba”.
Con un po’ di invidia guardavamo la loro vita smeralda: belle donne, ville holliwodiane, auto di lusso, alberghi di lusso, viaggi in tutto il mondo e in tutti i periodi dell’anno.
Ma i principi azzurri ricchi, belli, onesti esistono solo nelle favole. Nella realtà questi “bei partiti” hanno fatto flop: la vita da cartolina che conducevano si è dissolta e sono rimasti i debiti, i problemi con la giustizia, le manette.

Stefano Ricucci: inizia la sua attività imprenditoriale acquistando e cedendo terreni agricoli e immobili a Roma. La stampa lo definisce “l’immobiliarista”, ed è proprietario della Magiste International. Effettua una serie di investimenti: Banca Popolare di Lodi, Reti Bancarie, Investimenti Immobiliari Lombardi e Banca Valori. La sua rapida ascesa lo porta a detenere il 5% di Capitalia, venduta nel 2003 guadagnando 120 milioni di euro.
Anna Falchi fiuta l’affare e si accalappia l’imprenditore ( che aveva sposato in prime nozze una sua compagna di scuola) sposandolo nel 2005, con una cerimonia sulla sua barca. Il tempo di rilasciare qualche intervista su quanto è bello stare con Anna Falchi e iniziano i guai. Ricucci, protagonista della scalata all’RCS ( di cui non è mai stata lanciata l’OPA) salta agli onori di cronaca come uno dei furbetti del quartierino.
E’stato arrestato nel pomeriggio del 18 aprile 2006 con le accuse di aggiotaggio e rivelazione del segreto d'ufficio. Gli vengono inoltre contestate anche le ipotesi di bancarotta fraudolenta, false fatturazioni ed occultamento di scritture contabili. Il 13 luglio successivo, il Tribunale di Roma ne ha disposto la scarcerazione. La Falchi, ovviamente, se n’è andata.

Raffaello Follieri: Nato a San Giovanni Rotondo, emigrato negli Stati Uniti, sembrava un promettente imprenditore giovanissimo (e scaltrissimo). Poco meno che trentenne, il rampante foggiano aveva fatto fortuna negli Stati Uniti, ed era stato fotografato nella sua villa con Bill Clinton. Il suo metodo è semplice: forte della sua nascita a San Giovanni Rotondo e delle sue amicizie in Vaticano, si inventa la storia del “finanziere per conto di Dio”.
Per crearsi una certa immagine e farsi pubblicità, si fidanza con l’attrice Anne Hathaway, famosissima dopo aver interpretato Il diavolo veste Prada. Da lì in poi l’ascesa è ancora più facile: i due rilasciano interviste, diventano una delle più belle coppie di Holliwood ( il riccone e l’attrice famosa), viaggiano col jet privato, lei dichiara su A che non lo lascerà mai. Mai dire mai, cara Anne. Infatti Follieri è stato accusato di frode e riciclaggio: secondo le autorità americane, avrebbe detto falsamente a un investitore che il Vaticano lo aveva nominato direttore finanziario della Santa Sede. Per rendere ancora più credibile la messinscena, quando vedeva i clienti, faceva indossare ai suoi collaboratori abiti talari.
La sua corsa è finita in una cella del carcere, 21 milioni di dollari di cauzione, niente più jet privato, niente più soldi a palate. Anne Hathaway? Sparita anche lei!

Matteo Cambi: Bell’imbusto, palestrato, sguardo penetrante, una serie di relazioni amorose con donne dello spettacolo ( Flavia Vento, Elisabetta Gregoraci neosposa di Briatore, e ancora una volta la Falchi che per gli imprenditori ha un fiuto pazzesco!), frequentatore abituale delle feste vip. Inizia a fare soldi a palate con il marchio Guru, una semplice margherita stampata su t-shirt e accessori. Da qualche giorno però è in carcere. Le accuse sono diverse: bancarotta fraudolenta, illecita ripartizione di utili, false comunicazioni sociali, emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il tutto per nascondere le pesanti distrazioni operate soprattutto da Matteo Cambi, per assicurarsi un alto stile di vita. I militari parlano di decine di milioni di euro di buco, ma non tutto ancora e' stato verificato.
Anche in questo caso le belle donne hanno preso il largo.

Non ci sono più i miliardari di una volta!

venerdì 11 luglio 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: La storia di Eluana

1992: Eluana è una ragazza poco più che ventenne. Fa un incidente stradale e da quel momento in poi perde conoscenza. La sua vita però non è stata ancora spezzata, Eluana è forte, il suo cuore non smette di battere. Da quel giorno, Eluana cade in coma irreversibile. 

1999: la Corte d'appello di Milano respinge la richiesta del padre-tutore di sospendere la alimentazione artificiale. Non si trattava di una richiesta d’eutanasia, di cui spesso parla la stampa, bensì una richiesta di rifiuto delle cure, che secondo i ricorrenti configurano un quadro di accanimento terapeutico.

2008: Eluana è ancora in coma, da 16 anni, alimentata da un sondino nasogastrico. Beppino Englaro non ha mai smesso di chiedere la sospensione delle cure, sostenendo che questa era la volontà della ragazza ( un amico di Eluana aveva subito la stessa sorte, e la ragazza chiese al padre di non farla finire attaccata a una macchina). 

In questi giorni la corte ha dato ragione al padre di Eluana: si tratta di accanimento terapeutico. Bisogna sospendere le cure. 
Il Vaticano la definisce eutanasia. Beppino Englaro ha dichiarato "Conta solo la volontà di mia figlia" . 



mercoledì 9 luglio 2008

Che cos’è la cosiddetta “prima impressione”

Scritto da Sara

La prima impressione fa parte dei meccanismi percettivi. 
Si dice che i primi 3 minuti di relazione influenzino in maniera determinante tra noi e l’altra persona. Questo perché la prima impressione guida il nostro comportamento per tutta la durata della relazione, e di conseguenza quello dell’altro. Spesso una persona ci appare sgradevole alla prima impressione, è una sensazione talmente veloce che viene definita “ a pelle”, ma in realtà è il risultato di una serie di valutazioni dei dettagli. Il nostro cervello elabora questi dettagli ( il modo di vestire, di muoversi, ecc…) in modo talmente veloce da non farci rendere conto. La riflessione che ne segue è frutto della memoria, dei pregiudizi, delle nostre esperienze, delle convinzioni. Ad esempio posso considerare il Signor X sgradevole, anche se non ha fatto nulla di male, semplicemente perché inconsciamente mi ricorda una persona con cui ho un cattivo rapporto. Oppure posso trovare inopportuno il suo modo di vestire, e quindi emetto un giudizio negativo. 
Il giudizio negativo influenzerà il mio comportamento per tutta la relazione: manderò segnali di insofferenza alla presenza del Signor X, lo tratterò in modo scostante, e il Signor X notando il mio atteggiamento emetterà segnali analoghi. 
Per questo si dice che la prima impressione è quella che conta: mettiamo caso che durante la prima conoscenza del Signor X abbia detto " che brutta persona!" , manderò dei segnali negativi in presenza del suddetto signore. Il Signor X ribatterà lanciandomi segnali negativi, e alla fine le mie sensazioni troveranno conferma: "Avevo ragione! Che brutta persona quel Signor X!"

venerdì 4 luglio 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: Blocca-processi


Il parlamento sta per approvare la cosiddetta legge blocca-processi. Secondo la maggioranza è una proposta utile per snellire la giustizia in Italia, secondo l'opposizione è un provvedimento anti-costituzionale.

Alcuni processi prenderanno una corsia preferenziale mentre altri (quelli con pene inferiori a 10 anni) verranno rinviati a data da destinarsi.

Riporto la lista dei reati che verranno "bloccati" : 

sequestro di persona
estorsione
rapina
furto in appartamento, furto con strappo
associazione per delinquere
stupro e violenza sessuale
aborto clandestino
bancarotta fraudolenta
sfruttamento della prostituzione
frodi fiscali
usura
violenza privata
falsificazione di documenti pubblici
detenzione di documenti falsi per l’espatrio
corruzione, corruzione giudiziaria, abuso d’ufficio, peculato, rivelazioni di segreti d’ufficio intercettazioni illecite, reati informatici, ricettazione 
vendita di prodotti con marchi contraffatti
detenzione di materiale pedo-pornografico
porto e detenzione di armi anche clandestine
Immigrazione clandestina ( In contrasto evidente con i propositi della Lega )
calunnia
omicidio colposo per colpa medica 
omicidio colposo per norme sulla circolazione stradale vietata 
truffa alla Comunità Europea
maltrattamenti in famiglia
incendio e incendio boschivo
molestie
traffico di rifiuti
adulterazione di sostanze alimentari
somministrazione di reati pericolosi
circonvenzione di incapace. 


venerdì 27 giugno 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: Chi ha paura del telefono

Intercettazioni. Via libera disegno di legge sulle intercettazioni che cambia l’articolo 114 del codice di procedura penale impedendo la divulgazione "anche parziale, per riassunto oppure nel contenuto" delle intercettazioni telefoniche fino alla conclusione delle indagini preliminari.

Il divieto di divulgazione riguarda i reati le cui pene sono inferiori a 10 anni come i reati finanziari (…) . Prevista una deroga per i reati contro la pubblica amministrazione, come corruzione e concussione. Non solo. Le intercettazioni saranno possibili nei reati di mafia, di terrorismo e per tutti i reati di grande allarme sociale.

L’ultima bozza del disegno di legge fissa l’ammenda minima a 5 mila euro fino a raggiungere il picco di 90 mila euro quando l’intercettazione viene pubblicata da un importante testata giornalistica o un telegiornale su diffusione nazionale; non è prevista invece alcuna sanzione per gli editori che, naturalmente, saranno costretti a prendere provvedimenti per i giornalisti che non si asterranno dal pubblicare le intercettazioni. Chi divulga le intercettazioni rischia fino a 5 anni se pubblico ufficiale, invece coloro che "illecitamente" prenderanno anche solo "diretta cognizione" di atti coperti dal segreto rischia da 1 a 3 anni di reclusione e , nel caso dei giornalisti, sospensione o licenziamento. 

il Guardasigilli Angelino Alfano, nel corso dell'audizione alla commissione Giustizia della Camera, ha sottolineato che «nessuno vuole arginare l'azione della Magistratura o comprimere le indagini», ma è accaduto spesso che il Codice sia stato violato senza «che ci siano state condanne rinvenibili» per questo reato. Alcuni comportamenti, come la pubblicazione con le intercettazioni di notizie riservate «purtroppo non sono mai stati sanzionati». Il problema secondo Alfano è anche economico in quanto «le intercettazioni costano il 33% della spesa della giustizia …» a questo sostiene essere pronto a porre rimedio, tutelando la privacy dei cittadini senza debilitare le forze d’indagine.
Luca Palmara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati tergiversa sulla cifra sostenendo che "La spesa per le intercettazioni è stata drasticamente abbattuta ed è passata da 108 euro al giorno a 5 euro per ogni utenza intercettata: quello delle spese delle captazioni è un finto problema". "La Procura di Roma ha avviato una sperimentazione nel lontano 2001, ormai conclusa, per ridurre i costi delle intercettazioni abbattendo i costi del gestore e i risultati raggiunti a Roma sono esportabili in tutte le altre procure e dimostrano che la polemica sui costi delle intercettazioni è pretestuosa" conclude.

Dopo alcune sollecitazioni anche il Pd e Idv prendono una posizione finalmente “in luce” «No all'inciucio che si sta proponendo al Parlamento per fare una legge che fermi le intercettazioni e la divulgazione delle notizie. Noi dell'Italia dei Valori ci opporremo e non saremo nè con questo governo nè con alcuna maggioranza che ritenga legittimo frenare il lavoro della magistratura e imbavagliare i giornalisti» interviene Antonio di Pietro seguito da Carlo Leoni della Sinistra democratica e dal verde Angelo Bonelli per il quale «la legge sulle intercettazioni non è una priorità».

Polemiche, furore e agitazione: ormai tutti hanno paura del telefono.

giovedì 26 giugno 2008

Manifestazione in piazza del Pantheon

Riporto il testo della e-mail che è arrivata oggi nel primo pomeriggio sulla mia casella di posta perchè penso che non riguardi solo i democratici ma tutti noi ed il futuro del nostro paese. Daniela.

Colombo, Pardi, Flores d’Arcais: tutti in piazza contro le leggi-canaglia

"Care concittadine e cari concittadini, 
il governo Berlusconi sta facendo approvare una raffica di leggi-canaglia con cui distruggere il giornalismo, il diritto di cronaca e l’architrave della convivenza civile, la legge uguale per tutti

Questo attacco senza precedenti ai principi della Costituzione impone a ogni democratico il dovere di scendere in piazza subito, prima che il vulnus alle istituzioni repubblicane diventi irreversibile. 

Poiché il maggior partito di opposizione ancora non ha ottemperato al mandato degli elettori, tocca a noi cittadini auto-organizzarci. Contro le leggi-canaglia, in difesa del libero giornalismo e della legge eguale per tutti, ci diamo appuntamento a Roma l’8 luglio in piazza del Pantheon alle ore 18, per testimoniare con la nostra opposizione – morale, prima ancora che politica – la nostra fedeltà alla Costituzione repubblicana nata dai valori della Resistenza antifascista. 

Vi chiediamo l’impegno a “farvi leader”, a mobilitare fin da oggi, con mail, telefonate, blog, tutti i democratici. La televisione di regime, ormai unificata e asservita, opererà la censura del silenzio. 

I mass-media di questa manifestazione siete solo voi." 

On Furio Colombo 
Sen. Francesco Pardi 
Paolo Flores d’Arcais

mercoledì 25 giugno 2008

Le donne francesi più fortunate di quelle italiane

scritto da Sara

Le donne italiane non fanno più figli. Pensano alla carriera, sono egoiste, non vogliono più dare la vita. Quante volte avrete sentito queste frasi. E’ certo che in Italia le donne fanno molti meno figli che negli anni 70. Ma vorrà dire che non ne desiderano?

L’ultima puntata di Superquark parlava appunto di questo. Molte donne italiane, anche quelle che hanno un figlio solo, dichiarano che se ci fossero le condizioni giuste, ne vorrebbero tre. Naturalmente sono dichiarazioni spontanee prese a campione, e non è possibile verificare quanto sia forte il desiderio di avere tre figli. Ma ciò significa che molte donne vorrebbero più figli di quelli che hanno.

In Francia, per esempio, una famiglia di cinque persone con tre figli a carico, tenendo conto delle detrazioni, paga 400 euro di tasse. In Italia circa 4300. In Francia il costo della baby sitter è detraibile, ha diritto agli assegni familiari il 100% della popolazione ( in Italia solo i dipendenti), ed esistono molti tipi di assegni familiari a seconda delle situazioni. In Italia solo uno, e con cifre molto più basse.
La rete di asili funziona molto meglio che in Italia, infatti larga parte dei bambini francesi ci vanno. In Italia invece gli asili nido sono carenti: il 50% dei bambini viene affidato ai nonni, che coprono i disservizi. Per le donne che non riescono contare sui genitori, e non trovano posto negli asili, l’unica alternativa è lasciare il lavoro.
I congedi di maternità in Italia e in Francia sono paragonabili, ma la donna francese dal secondo figlio in poi può chiedere un’aspettativa più lunga: anche di tre anni.
In Francia la donna che lavora è incentivata da contratti part time, non a caso più una donna occupa posti alti nell’azienda, più ha figli. In Italia è vero il contrario.
C’è anche un altro motivo di tipo antropologico, per cui la donna italiana preferisce non avere più di uno, due figli: la mentalità del partner. Il maschio italiano collabora poco in famiglia: ha ancora la concezione che sia la donna a doversi occupare dei bambini e della casa, come aveva fatto sua madre. Così la donna, oltre a farsi carico del suo lavoro, deve provvedere interamente da sola alla cura dei figli e talvolta anche dei genitori malati. Il partner francese invece, per quanto condivida le origini latine con il collega italiano, è molto più collaborativo in casa. Col risultato che le donne francesi fanno più figli di quelle italiane.

Ancora sicuri che sia solo una questione di egoismo?

venerdì 20 giugno 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: Legge Merlin

La Legge Merlin entrata in vigore il 20 settembre 1958 aveva come prima firmataria la senatrice Lina Merlin, con la quale veniva decisa l'abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia e, contestualmente, veniva avviata la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui e la conseguente soppressione delle case di tolleranza.


Qualche tempo fa Daniela Santanchè ha depositato una richiesta referendaria insieme a un comitato promotore tutto al femminile per l'abolizione della legge Merlin e la conseguente riapertura in Italia delle case chiuse. "A cinquant'anni dalla sua nascita la legge Merlin non può essere considerata un tabù. E' necessario cambiarla profondamente garantendo strade sicure ai cittadini e libertà dalla schiavitù alle prostitute".

Pienamente consapevole che la proposta "dividerà il Paese" - viste le reazioni, largamente contrarie, lo sta già dividendo - ma tira dritto ugualmente, anche contro il Vaticano.
« ... in Italia un colpo di piccone alle case chiuse fa crollare l'intero edificio, basato su tre fondamentali puntelli, la Fede cattolica, la Patria e la Famiglia. Perché era nei cosiddetti postriboli che queste tre istituzioni trovavano la più sicura garanzia... »
Indro Montanelli

martedì 17 giugno 2008

“Una giornata per la giustizia”. Lettera aperta a Veltroni e Di Pietro

di Furio Colombo, Giuseppe Giulietti, Pancho Pardi

Margherita Hack, Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Gianni Vattimo, Sergio Staino, Telmo Pievani, Lidia Ravera, Gianni Barbacetto, Salvatore Bragantini e oltre 2000 cittadini hanno già sottoscritto l'appello 
Aderisci anche tu! Scrivi a Veltroni e Di Pietro:
veltroni_w@camera.it, dipietro_a@camera.it, redazione@micromega.net

Caro Walter Veltroni, Caro Antonio Di Pietro,
lo spirito con cui scriviamo a Voi questa lettera è di allarme per la promessa fatta solennemente sabato scorso dal Presidente del Consiglio Berlusconi al convegno dei giovani industriali.
Se ci saranno ancora intercettazioni nelle indagini contro la criminalità saranno puniti con cinque anni di carcere i magistrati che hanno richiesto le intercettazioni, con cinque anni di carcere chiunque si presterà a eseguire l’ordine e a renderlo disponibile, nei modi e tempi previsti attualmente dalle leggi in vigore (e non cancellate) e cinque anni di carcere ai giornalisti che, sulla carta stampata, in televisione o in rete rendano possibile la divulgazione di atti altrimenti consentiti dalle leggi.
Ricorderete che come nella sequenza di un film deliberatamente pensato per denigrare gli imprenditori italiani (nel caso i più nuovi e più giovani) i tre impegni del Presidente del Consiglio, contro i giudici, contro i giornalisti, contro chiunque voglia restare nella lettera e nello spirito della Costituzione combattendo il crimine, sono stati accolti da uno scroscio di applausi entusiastici. 
Anzi ci sono stati tre scrosci, come per ringraziare il premier per la pietra tombale che si appresta a gettare sulla giustizia e per la protezione offerta alla criminalità, soprattutto la criminalità dei colletti bianchi, degli affari, delle banche, delle aste truccate, dello insider trading, del passaggio indebito e riservato di notizie che arricchiscono immensamente e scardinano la concorrenza se conosciute solo da alcuni prima del tempo. E la criminalità delle cliniche. 
Ma le tre aree indicate come sole permesse per le intercettazioni sono solo una parte di tutta la criminalità che tormenta il paese e contro cui si battono magistrati e forze dell’ordine. E non solo: interi rami di attività criminosa di mafia, camorra e ndrangheta si esercitano e si attuano lungo percorsi che adesso diventano area proibita alle intercettazioni, come gli affari di finanza
Nello scrivervi questa lettera noi siamo certi che condividete il nostro allarme. Però nelle grandi questioni pubbliche che riguardano soprattutto la protezione dei cittadini (che sono coloro che pagano i grandi imbrogli, le grandi truffe, i grandi silenzi) è importante che l’allarme diventi pubblico, proclamato, comune.
Siamo convinti che il Partito Democratico e l’Italia dei Valori debbano – con urgenza – farsi testimoni di un allarme che vuole avvertire il Paese contro questi tre solenni impegni liberticidi. Viene denunciato il normale percorso della giustizia, viene deformato il fondamento della democrazia che esige la separazione dei poteri, si mette in atto un attacco del potere esecutivo contro il potere giudiziario ma anche contro le prerogative del Parlamento. Infatti il nuovo applaudito editto contro i giudici di Silvio Berlusconi corrisponde, nella forma stentorea e definitiva dell’annuncio, a un potere che un primo ministro democratico non ha. E scavalca con la disinvoltura delle nascenti dittature la voce del Parlamento. 
L'editto presidenziale è una minaccia intimidatoria contro i giornalisti italiani che osassero disubbidire e rendere pubbliche notizie di crimini.
Noi siamo convinti che il Partito democratico e l’Italia dei Valori siano i naturali difensori della giustizia e della libera informazione nel paese di un vasto conflitto di interessi mediatico in cui gran parte delle fonti di informazione sono già nelle mani di una sola persona, in veste di proprietario e capo del Governo. Perciò contiamo di ritrovarci uniti con i cittadini che ci hanno votato in una “giornata della giustizia” che vi chiediamo di convocare al più presto. Una grande manifestazione in piazza del protagonismo civile, a torto definito giustizialista, per affermare con rinnovata energia la necessità che l’informazione e la giustizia siano svincolate dal controllo del potere politico.
Abbiamo di fronte un governo prepotente e deciso a tutelare gli interessi particolari che incarna e rappresenta, e a gestire il Parlamento come un parco a tema a cui, di volta in volta, si impongono immagini e rituali di Berlusconi e di Bossi, in un alternarsi di protezionismi, interessi speciali e paure ingigantite fino alla caccia all’uomo. In questa situazione preoccupante e grave, noi pensiamo che il silenzio sia il vero pericolo che dobbiamo respingere con la massima energia. 

Roma, 12 giugno 2008 
On. Furio Colombo 
On. Giuseppe Giulietti 
Sen. Francesco Pardi

Tratto da Micromega

giovedì 12 giugno 2008

VENERDI' DI DIBATTITO: La pillola abortiva RU486

Ciao a tutti, cari lettori del blog.
 
Ogni venerdì a partire da oggi, ci sarà un dibattito a cui spero che partecipiate in tanti. Ogni settimana sul blog verrà pubblicato un tema etico, politico o religioso (...) nella speranza di stimolare la riflessione. 
Per cominciare la serie di appuntamenti "Venerdì di dibattito" abbiamo scelto un tema molto delicato: abbiamo scelto di discutere su tutto quello che riguarda la pillola abortiva chiamata RU486. Con la speranza di accendere un'interessante discussione e di poter coinvolgere nuovi partecipanti posto l'introduzione sull'argomento.



CHE COS’E’ LA RU486
Il mifepristone è uno steroide utilizzato per l’aborto chimico, nei primi due mesi di gravidanza. Il progesterone è l’ormone che rende possibile la gravidanza: il mifepristone agisce inibendo il progesterone, e causa il distacco del feto in un processo simile a quello che avviene quando la donna ha le mestruazioni. Talvolta è richiesto un secondo farmaco per completare l’espulsione, (misoprostol).

I VANTAGGI
Rispetto all’aborto chirurgico ha il vantaggio di non richiedere l’ospedalizzazione e di costituire un minor costo per la sanità. Non ha gli stessi rischi di un’operazione chirurgica (traumi dell'utero, del collo (dell'utero), rischio ulteriore di sterilità, di gravidanza extra-uterina)
Può essere utilizzata nelle prime settimane di gestazione, mentre l’aborto chirurgico non è possibile prima della 6° settimana.

GLI SVANTAGGI
Non è possibile utilizzare il farmaco in caso di gravidanza extra uterina.
Dopo la 7° settimana non è più possibile espellere il feto con la pillola abortiva.
Presenta effetti collaterali in caso di patologie già presenti nella donna ( ipertensione, insufficienza cardiaca, ecc..)
Negli Stati Uniti sono morte 6 donne da quando è iniziata la sperimentazione del farmaco, a causa di un’infezione batterica.
Molti movimento contro l’aborto ne contestano l’utilizzo ( tutti i Paesi dell’Unione Europea utilizzano la RU486, tranne Italia, Irlanda e Portogallo) dicendo che semplifica l’aborto e lascia sola la donna nel momento del bisogno. In reltà l’aborto mediante RU486 è molto più è molto più soggetta a controindicazioni dell’operazione per aspirazione. Può causare emorragie anche per 15-20 giorni, vomito, diarrea, nausea.
Per quanto riguarda l’aspetto psicologico della donna, è riscontrato che molte donne hanno ritenuto l’aborto con RU486 ugualmente doloroso dal punto di vista umano.

L’ALTRA PILLOLA ABORTIVA
E’ stato registrato un fenomeno preoccupante negli ultimi anni. Donne di ceti sociali bassi, in gran parte extracomunitarie, in stato di gravidanza utilizzano pillole che somigliano negli effetti alla RU486 ma che non sono state sperimentate per abortire. E’ il caso dei farmaci normalmente utilizzati per la cura dell’ulcera e che, ingeriti per abortire, portano conseguenze gravissime.

giovedì 5 giugno 2008

Risintonizziamoci sulle stesse reti

Riporterò molto fedelmente gli ultimi aggiornamenti in campo televisivo per poi chiudere la questione fino all'arrivo della sentenza definitiva.
Daniela.
Europa 7, il presidente dell'Agcom Calabrò: «Le sentenze si rispettano»
 «Non si possono eludere le domande del Consiglio di Stato». Anche la sentenza che ordina di riassegnare le frequenze all'emittente Europa7 alla quale era già stata assegnata nel 1999, non è eludibile, per cui l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per la parte che la riguarda, ha intenzione di applicarla «sino alle virgole». È il presidente dell'Autorità per le comunicazioni Corrado Calabrò, a commentare così la pronuncia dei magistrati di Palazzo Spada (...)
Ai legali di Francesco Di Stefano di Europa 7 il danno è stato valutato in 2 miliardi e 169 milioni in caso di riassegnazione anche tardiva delle frequenze non più date e in 3 miliardi e mezzo di euro in caso di risarcimento anche della mancata assegnazione."
L'Unità, Pubblicato il: 04.06.08

" La mancata assegnazione di frequenze per Europa 7 vale 3,5 miliardi
La richiesta di frequenze da parte di Europa 7 merita una nuova «risposta motivata» dal Governo, che dovrà tener conto anche della sentenza della Corte di Giustizia Ue sul caso. La giustizia amministrativa non può imporre all'esecutivo l'assegnazione di frequenze, ma solo pronunciarsi su un eventuale risarcimento danni: 2,169 miliardi in caso di attribuzione delle frequenze, 3,5 miliardi in caso contrario. La decisione arriverà dopo la risposta del Governo e l'udienza è prevista per il 16 dicembre, quando dovrebbe essere pervenuta anche la documentazione aggiuntiva chiesta al ministero e all'Agcom (...). Retequattro, comunque, potrà tenersi le sue frequenze: il ricorso di Europa 7 che puntava ad annullarne l'autorizzazione a trasmettere viene respinto perchè «tardivo». "
Il Sole24Ore.com, Pubblicato il: 03.06.08

"  Il Consiglio di Stato: Rete 4 può continuare a trasmettere
«Rete 4 va avanti tutta». Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, è soddisfatto della sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso in appello di Europa 7 contro la sentenza del Tar Lazio nella quale si dichiarava «inammissibile e irricevibile» il ricorso di primo grado volto all’annullamento dell’autorizzazione alla radiodiffusione tv di Rete 4. (...) «Ecco la ragione per cui Berlusconi voleva in fretta e furia inserire nel decreto l’emendamento “salva Rete 4”. Sapeva che di lì a qualche giorno poteva uscire la decisione che riconferma e impone al governo italiano di adeguarsi alla sentenza dell’Europa per la redistribuzione delle frequenze televisive. In un Paese normale, solo per questo fatto, sarebbe stato chiesto l’impeachment per il presidente del Consiglio», ha dichiarato il leader Idv. (Di Pietro)
I fatti anche questa volta non paiono dargli ragione. E non solo perché il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso dell’emittente di Francesco Di Stefano, ma anche perché i giudici di Palazzo Spada hanno stabilito che è il ministero dello Sviluppo economico a doversi pronunciare sull’assegnazione delle frequenze in base a quanto sancito dalla Corte Ue (...)
Il Giornale, Pubblicato il: 01.06.08

Rimaniamo tutti sintonizzati sulle frequenze di Europa 7 perlomeno fino al 16 dicembre!

Ricordo l'appuntamento di VENERDI' DI DIBATTITO dove verrà suggerito un tema su cui discutere. Partecipate, quando volete, ma partecipate! :)

martedì 3 giugno 2008

Reato di immigrazione clandestina? Una bufala

Vi spieghiamo perché il reato di clandestinità non esiste

Scritto da Sara



La nuova maggioranza abbonda di geni, così come l’Italia abbonda di allocchi, di persone male informate da certa stampa e di giornalisti che inseguono notizie fasulle e le spacciano per vere. Forse, poveretti, credono di aver trovato notizie vere!
Un esempio è il tanto strombazzato, osannato o vituperato, contestato o applaudito“nuovo reato di immigrazione clandestina”, spacciato dalla maggioranza come la manovra che risolverà tutti i problemi dell’Italia. Bastava leggere l’articolo di Valerio Onida, ex Presidente della Corte Costituzionale, o andare a rimorchio di qualche esperto di legge, per accorgersi che ci troviamo di fronte a una bufala, prodotta dal nostro governo e condita dai telegiornali. Il pacchetto sicurezza non parla di “reato di immigrazione clandestina” ma di “ ingresso illegale nel territorio dello Stato” da punire con una reclusione da 6 mesi a 4 anni. Può sembrare una sottigliezza, uno sbaglio, ma la differenza è enorme, e i simpatizzanti del motto “tolleranza zero” dovranno tenerne conto. Cosa significa ingresso? Significa che lo straniero che viene beccato mentre entra in Italia sprovvisto di documenti, sarà arrestato e processato per direttissima. A questo punto ci si chiede a che serve il processo per direttissima: se trovi uno straniero mentre entra in Italia lo ricacci fuori con una pedata. Vale a dire invece di intasare la giustizia già in agonia per conto suo, se sei un poliziotto intelligente lo rimandi da dove è arrivato. Senza aggiungere mole di lavoro ai giudici.
Se lo si becca mentre è già sul territorio italiano sarà ben difficile dimostrare che è entrato da cinque minuti, perché lui dirà di essere in Italia da due anni, da un anno, insomma da prima che entrasse in vigore il nuovo provvedimento. Cosa succede a questo punto? Non verrà processato, condannato, gli verrà detto di andarsene. Il poveretto dirà che non ha soldi per tornare indietro, la questura non potrà pagargli il viaggio di ritorno ( com’è noto, i fondi scarseggiano), il suo Paese d’origine non vorrà riprenderselo a spese proprie ( come facciamo a sapere se è veramente nostro? È senza documenti!), e quindi lo straniero continuerà a trovarsi in Italia clandestinamente, senza che nessuno possa fare niente.

Tutto questo per dire come alcuni provvedimenti strombazzati e acclamati siano in realtà delle bufale che non apporteranno nessuna modifica effettiva e non risolveranno il problema dell’immigrazione. Sono fatti per appagare le orecchie dei cittadini che urlano << tutti a casa loro>>. Ma di fatto a casa loro non ci andranno, non ci andrà neanche l’ultimo dei disonesti, il pluristupratore, l’assassino. E soprattutto non ci andrà per merito del nuovo pacchetto sicurezza.