mercoledì 30 aprile 2008

L'Emergenza rifiuti riguarda anche te

Scritto da Sara



In questo blog si è già parlato della mozzarella alla diossina, anche se di sfuggita. Ora però vorrei soffermarmi sul tema, abbattendo alcuni luoghi comuni, in cui sono incappata anche io.
La diossina nel cibo ha radici molto lontane, e spesso si pensa che la causa sia l’emergenza rifiuti degli ultimi mesi. Si incappa nel pregiudizio che basterebbe fare la raccolta differenziata, e che la pigrizia dei campani sia il germe di tutti i guai della Regione. Non è così.

La diossina non viene sprigionata dai rifiuti tossici che vengono bruciati incautamente dagli esausti cittadini. La diossina di cui è impregnato il territorio è il risultato di vent’anni di sciacallaggio di aziende senza scrupoli. Di aziende soprattutto del Nord, che, con l’aiuto della camorra, con la complicità della politica, smaltiscono illegalmente tonnellate di rifiuti. Per vent’anni hanno avvelenato il territorio campano, falsificato documenti, utilizzato la diossina come concime. Tutto nel silenzio più totale da parte delle istituzioni. Mario Tozzi, geologo, autore e conduttore del programma Terzo Pianeta ( Raitre) spiega com’è stato possibile << Funziona così: si apre una cava illegale, con il cui calcare si costruiranno case abusive; lì poi si interrano rifiuti tossici e nocivi di ogni tipo e, infine, si ricopre il tutto con terreno di risulta e ci si coltivano sopra pomodori o si lascia al pascolo>>. Per vent’anni animali da pascolo, contadini, donne e bambini sono morti di mille malattie. Nascono continuamente bambini malformati. Ogni tonnellata smaltita in questo modo fa sprofondare la Campania in un abisso senza fondo.
E poi, naturalmente, c’è la camorra. Che straguadagna dallo smaltimento illegale dei rifiuti, che offre alle aziende del Nord di sbarazzarsi della loro immondizia a prezzi concorrenziali. Perché, spiega Roberto Saviano, autore di Gomorra, smaltire legalmente dei rifiuti costa all’azienda dai 21 ai 62 centesimi. La camorra offre il servizio a 9 o 10 centesimi.

A Milano ci si scrolla le spalle: il Sud è così perché la gente se le cerca, perché non fanno la raccolta differenziata, perché sono stupidi, perché dovrebbero semplicemente emigrare e non lo fanno.
Il Sud è così perché tutti vogliono che rimanga tale. E’ anche colpa del Nord. <azioni societarie, capitali, squadre di calcio, palazzi, flussi finanziari, imprese, voti. E dall’emergenza non si vuole e non si po’ uscire perché è uno dei momenti in cui si guadagna di più.>>scrive Saviano.
L’emergenza rifiuti è colpa di tutti e riguarda tutta l’Italia.
E purtroppo non sarà un nuovo governo o una nuova amministrazione risolverla.

Ah proposito di smaltimento rifiuti: Alfondo Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente nel defunto Governo Prodi, già Ministro dell’Agricoltura durante il Governo Amato, è stato indagato dalla procura di Potenza per associazione a delinquere e corruzione per alcuni rapporti ipotizzati dai magistrati con imprenditori legati allo smaltimento dei rifiuti… L’ex presidente dei Verdi, ora approdato alla Sinistra l’Arcobaleno, ha deciso di rinunciare all’immunità parlamentare, dichiarando di non volere ombre nella sua carriera politica.

venerdì 18 aprile 2008

<< PRESIDENTE, CI PORTA IL CONTO?>>

L’affare dei rimborsi elettorali

Scritto da Sara


 
Devo caldamente sconsigliare la lettura di questo articolo a chi si culla nell’illusione che valga la pena dilapidare soldi pubblici, in nome della democrazia. E a tutti quelli che pensano che i soldi dello Stato siano soldi di nessuno e quindi gettabili al vento.
Per chi invece ha già perso la verginità politica e ideologica, ma non ha il coraggio di leggere i manuali di antipolitica spuntati come funghi durante la Seconda Repubblica, ho preparato il conto. Il conto della “democrazia”.
1993: data storica per chi teorizza che la società debba farsi carico di mantenere i partiti in nome della democrazia e, of course, per tutti quelli che hanno avuto l’idea imprenditoriale di fondare un partito. La legge dava il via al rimborso per le spese elettorali ai partiti ( e partitini) facendo diventare la politica un affare molto appetitoso.
Ogni cerimonia elettorale vede entrare nelle casse dei partiti molti più soldi di quelli che spendono per la campagna elettorale. A prescindere da chi eleggono e da quanto hanno speso. Dal 1993 a oggi i partiti hanno visto aumentare i loro introiti ( pardon, i loro rimborsi) del 600 per cento.
Vi sembra abbastanza scandaloso? Sappiate che anche se il partito non elegge nessun rappresentante, ha diritto ai rimborsi elettorali: basta che abbia superato la soglia dell’1%. E sappiate anche che continuerete a finanziare le grandi forze politiche e i partiti nanetti ( extraparlamentari e non), anche in caso di scioglimento anticipato. Il governo dura 2 anni? I rimborsi, che non conoscono crisi di governo,durano 5!
Nel 2006 i partiti hanno speso 117 milioni di euro, e finora ne hanno incassati 500. Continueranno a incassarne fino al 2011, come se il governo avesse terminato la legislatura, in aggiunta a quelli della nuova campagna elettorale 2008. Forse è anche per questo che in Italia la regola è far cadere i governi e l’eccezione è farli durare fino alla fine: perché così si incassano rimborsi doppi.

C’è qualcuno che però si è opposto a questo scandalo: Silvana Mura, deputata dell’Italia dei Valori. << È evidente che se si fosse abolita la norma inserita nel febbraio 2006 si potevano risparmiare circa 100 milioni all'anno, che invece saremo costretti a spendere se le Camere verranno sciolte a giorni.>> disse prima dello scioglimento delle camere << Cosa che avevamo ampiamente annunciato e che per ben due volte abbiamo cercato di evitare con degli emendamenti alla finanziaria 2007 e 2008. Purtroppo questo non è stato possibile per l'ostilità di tutte le altre forze politiche>>

Le stesse forze politiche che oggi si indignano e si addolorano per la sindrome della quarta settimana, per gli stipendi e le pensioni da fame, per le famiglie che non riescono a pagare il mutuo. E che, con l’approvazione della prossima finanziaria, ci diranno che è necessario tirare la cinghia e fare dei tagli perché le elezioni anticipate costano.


I COSTI DELLA CAMPAGNA PRE-ELETTORALE
(Cifre sottostimate, messe in preventivo dai partiti. I dati risalgono a metà marzo)

PARTITO DEMOCRATICO 5 milioni di euro
PDL, solo Alleanza Nazionale 3 milioni e 390 mila euro
UDC 2 milioni e 300 mila euro
ITALIA DEI VALORI 4 milioni
LEGA 500 mila euro
SINISTRA ARCOBALENO 1,75 milioni

martedì 15 aprile 2008

Campagna elettorale: commedia all'italiana

Scritto da Daniela


Questa prematura campagna elettorale ha fatto parlare di sé già dagli ultimi giorni di vita del governo Prodi che teneva le redini del Paese fino al suo fragoroso impatto al suolo. I suoi molteplici cavalli, ormai staccati dalla carrozza, di sono dileguati in ogni direzione per dare il loro contributo e rifondare una nuova speranza di ricrescita del paese.

Tutti forse se lo aspettavano ma qualcuno, con dono di chiaroveggenza, prevedeva con certezza la caduta imminente dell’instabile governo che silenzioso continua ancora oggi il suo cammino senza far parlare troppo di sé. L’attento preveggente aveva già da mesi prima prontamente preparato volantini e un nuovo planning per la nuova campagna elettorale e, per l’occasione, naturalmente chiamato chirurgo plastico e parrucchiere per far fronte alle esigenze del paese e ripresentarsi al pubblico in perfetta forma.
Dietro al trambusto generale provocato dalla pressione fiscale a cui gli Italiani sono soggetti da molto tempo e l’incertezza e la preoccupazione di non avere più un governo con cui prendersela sorgeva l’asse Veltroni-Berlusconi che sembrava somigliare molto alle ampie coalizioni formate in precedenza quando lo scontro avveniva tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi che si contendevano la candidatura premier ma che si sgretolarono con il tempo.

All’inizio dell’anno tutto fermo per la preparazione e la scelta degli ingredienti e la preparazione delle ricette: i nostri politici muniti di terrina e matterello sfornano finalmente le bozze dei programmi elettorali ma questi sembrano essere vecchi, visti e rivisti, impolverati come i cassetti in cui erano nascosti, con l’aggiunta di qualche punto nuovo a fronte dei problemi presentati negli ultimi mesi. Problemi così chiari e così evidenti che non potevano essere celati che davano l’opportunità di essere risolti a proprio modo e interpretazione a seconda della coalizione anche se , in fondo, la ricetta è sempre quella.

I programmi elettorali invadono le reti, i programmi, i giornali ed ogni mezzo d’informazione esistente in piazza e inizia la tragicomica commedia elettorale all’italiana. Le povere schede elettorali sono state martoriate: la nuova figura di Giuseppe Pizza nota che nella scheda elettorale manca il simbolo dello scudo crociato e chiede il rinvio alle elezioni per la ristampa delle schede, Bossi, meno diplomatico, inveisce contro le “schede porcata” con o senza imbracciare i fucili e Calderoli incalza brillante aggiungendo ai fucili i cannoni peggiorando la situazione senza accorgersene, come suo solito. Di Pietro che per primo aveva infatti avvisato Napolitano a proposito non è passato indisturbato, infatti Berlusconi incolpa il PD per aver sollevato per primo la polemica nonostante la sua preoccupazione evidente per la poca chiarezza e intuibilità delle schede: << C'è tutto il tempo necessario >> aggiunge. Certo, ristampiamo le schede in modo tale che gli Italiani capiscano che il loro voto è fondamentale considerando il denaro gettato al vento per la ristampa e il rinvio delle elezioni, per fortuna l’intelligenza da qualche parte è di casa e le calpestate schede sono state salvate.

Il tempo passa e ognuno gestisce la campagna a modo suo: chi in autobus, chi in macchina chi a piedi, per fortuna l’aereo di stato è stato felicemente evitato per non incappare nell’errore della famiglia Mastella fin troppo martoriata che chiede un risarcimento di cui tutti parlano ma che nessuno sa per cosa. Scappano litigiose risse verbali e lettere di pace e fratellanza tutto questo viene comunicato e filtrato in Italia, le vere frecce infuocate però scoccano dall’estero.

venerdì 11 aprile 2008

L'oro nero in Basilicata

Scritto da Sara



La Basilicata è una delle regioni più povere d’Italia, con il tasso di crescita più basso, una massiccia emigrazione dei giovani e meno giovani, un’economia stagnante anche per colpa della morfologia del territorio che rende difficili i collegamenti con le altre regioni.
Eppure è in questo territorio montuoso, dove i collegamenti ferroviari sono scarsi e l’aeroporto è troppo piccolo, che c’è il petrolio. Proprio così, l’oro nero lo abbiamo anche noi.
Certo, rispetto alla produzione mondiale, non è che un’inezia: nel 1996 era lo 0,2% dell’intera produzione petrolifera. Sono stati scoperti vari giacimenti di petrolio in tutta Italia, ma la quantità più ingente è senz’altro in Basilicata ( già nel 1902 si ebbero le prime fuoriuscite di petrolio dal sottosuolo) e nel 1996 si costruì il Centro olio a Viggiano. Oggi sono due le aree di interesse del petrolio: la Val d’Agri ( dove i giacimenti di petrolio sono sorvegliati dalla benevola Madonna di Viggiano, che li guarda in cima al suo santuario) e la Tempa Rossa.
L’oro nero attirò società petrolifere internazionali, come api al miele, e fra tutte l’ENI riuscì a raggiungere un accordo. Un accordo che prevedeva da parte dell’ENI di impegnarsi nella salvaguardia del territorio prendendo misure di sicurezza in caso di guasti ( il più importante è un sistema di “doppia barriera” che in caso di guasto prevede due dispositivi, il secondo entra in funzione e blocca la produzione nel caso il primo fallisca), e di versare le royalties alla Regione Basilicata ( che ammontano al 7% dell’incasso complessivo di petrolio).
Sembra tutto roseo, ma non è così. Si pensava che l’oro nero andasse a incrementare l’occupazione di una delle regioni più arretrate d’Italia, che gli impatti ambientali fossero minimi, che tutta l’Italia ne avrebbe tratto un certo benessere e una maggiore indipendenza.
La troupe di Annozero se ne è occupata recentemente, andando a sondare gli effetti dell’estrazione del petrolio in Basilicata. A Viggiano la popolazione si lamenta che in 15 anni l’emigrazione è aumentata, svuotando il paese: ormai sono rimasti solo i pensionati che non hanno più la forza di emigrare, le aule delle scuole sono vuote, le case svalutate. Un quarto della popolazione, stremata dall’aria irrespirabile se n’è andata. Gli imprenditori sono stati costretti a smembrare le loro fabbriche per far passare l’oleodotto. Le aziende che producevano vino arrancano: nessuno vuole più l’uva prodotta sopra pozzi di petrolio. E i posti di lavoro che erano stati promessi, nel settore petrolifero? Trattandosi di impianti altamente tecnologici hanno bisogno di manodopera altamente specializzata.

Ora a Viggiano non credono più alle promesse di sviluppo. Hanno capito che non saranno le royalties incassate dalla regione a restituire loro il benessere.
E la Basilicata si svuota sempre di più.

sabato 5 aprile 2008

EXPO 2015: Ormai decisa la sorte di Milano

Scritto da Daniela


31 Marzo 2008, Parigi, Palais des Congrès – Esultanza bipartisan di governo e istituzioni locali per la vittoria netta e sudata della città di Milano per l'assegnazione dell'Expo 2015, l'Esposizione Universale attesa dal 1906, anno dell'ultima esposizione tenuta in Italia.
Il verdetto è arrivato alle 18:25 con un'ora di ritardo e molti dubbi sul risultato considerando lo scarto di preferenze tra le due città contendenti, solo all'ultimo il progetto tricolore ha vinto con 86 voti contro i 65 andati a Smirne.

Esulta il mondo politico che, per un attimo, si trova finalmente riunito a festeggiare e a lodare l'operato del Sindaco di Milano Letizia Moratti già sommersa dagli applausi dei presenti: << Ci ho creduto, ci ho creduto, ci ho creduto proprio. Sarà un'esposizione universale importante per Milano, per l'Italia e per tutti i paesi che vi parteciperanno e con i quali lavoreremo>> commenta tra le lacrime di commozione.
I complimenti partono dall’alto: il presidente Napolitano si è congratulato telefonicamente con il Sindaco per il successo eccezionale ottenuto e così il premier Romano Prodi che sostiene di aver “avuto paura” per le sorti della votazione, anche se, considerando l'aria che si respira, forse avrebbe dovuto avere più paura dei suoi elettori.
L'onorevole Formigoni, come un attento commentatore sportivo, parla di “gara vinta dall'Italia dopo aver battuto la Turchia” 1-0 palla al centro, “decisivo”, a quanto afferma, il sostegno della gente che, senza aver comunque chiesto o votato nulla, si ritrova ad essere partecipe di questa grande manifestazione.
Tra i festeggiamenti si fanno avanti naturalmente i soliti battibecchi per chi detiene o non detiene il merito e chi invece non dovrebbe meritare nulla. Sotto la discussione il volto storico della città di Milano si prepara ad affrontare ad un profondo e opportuno cambiamento costituito da investimenti utili e durevoli, oppure ad un semplice “lifting” mirato solo ad attirare e spartire decine di miliardi di euro tra speculazione edilizia e sistemi affaristici sotto il naso dei milanesi in piena crisi finanziaria.

Nutrire il pianeta – energia per la vita” è il sottotitolo che ha convinto il mondo a votare per Milano, il progetto infatti parte da un'idea di città sostenibile e verge la prua verso il problema della fame nel mondo con tanto di testimonial di colore come Youssou N'Dour e Clarence Seedorf. Un'idea di partenza forte e decisa che non si esprime del tutto sulla carta: l'Expo profuma più di congestione progettuale che di sostenibilità.
L'urbanista Benevolo, Carlo Ratti e Massimiliano Fuksas, autore del progetto della Fiera di Rho hanno opinioni concordanti: da un lato manca una strategica organizzazione, come noto in Italia, e dall'altra continua a preoccupare l'incubo della “gittata” di cemento portata dalla cozzaglia di progetti presentati che, invece di essere l'elemento cruciale per risollevare le sorti, potrebbero rovinare un'opera fondamentale per il risollevamento della nazione.

I NUMERI DELL'EXPO:
  • 1.700.000 cono i mq di superficie verranno utilizzati per realizzare il sito dell'Expo con una torre alta 200 metri, tutti edifici ecosostenibili in una zona già congestionata dai lavori di viabilità precedentemente effettuati per il raggiungimento della nuova fiera di Rho;
  • 20 i miliardi per gli investimenti diretti e indiretti;
  • 65.000 la stima di nuovi posti di lavoro tra occupazioni a termine, precariato, subappaltato e in nero;
  • 5 saranno le linee metropolitane tra sette anni oltre ai nuovi collegamenti ferroviari, in attesa della stazione TAV tratta Lione-Torino-Milano, e stradali, previste nuove tangenziali e raccordo Boffarola-Malpensa;
  • 160.000 i visitatori al giorno previsti che, si spera in futuro, avranno un trattamento migliore di come lo hanno avuto in questi anni.

Tutti si aspettano molto da questo evento, speriamo di non rimanerne delusi.