Scritto da Sara
Il 12 ottobre del 2007, il defunto Governo Prodi, approvò un disegno di legge destinato a cambiare il settore editoriale, e soprattutto la nozione stessa di prodotto editoriale. Il disegno di legge è stato soprannominato legge Levi-Prodi, e la finalità intrinseca di questa legge per taluni è di “imbavagliare” la rete.
Oggi per prodotto editoriale intendiamo quello realizzato da una casa editrice. Qualora il disegno di legge entrasse in vigore, prodotto editoriale diventerebbe qualunque attività in rete anche senza scopo di lucro: i blog, i siti internet personali e i forum.
Gli effetti di questo decreto sarebbero devastanti per il popolo di internet: ogni privato, qualora desiderasse creare un blog personale, dovrebbe registrarsi al ROC ( Registro degli Operatori di Comunicazione) quindi dichiararsi testata giornalistica e assumere un giornalista professionista che ne diriga il lavoro. L’iscrizione al ROC comporta inoltre la responsabilità dei reati commessi a mezzo stampa, e la responsabilità per le informazioni di chi lascia commenti sul blog è da ritenersi del blogger.
Ovviamente il 99% dei blog privati sarebbe costretto a chiudere i battenti, nessun soggetto privato accetterebbe il rischio di essere perseguibile per ciò che scrive ( e scrivono i suoi utenti), sul suo blog personale.
Il disegno di legge, com’è ovvio che sia, ha scatenato dure polemiche da parte dei blogger italiani, uno fra tutti Beppe Grillo, la cui denuncia ha avuto un’ampia risonanza. Ha attirato, per di più, le critiche della stessa maggioranza che l’aveva votato. Antonio Di Pietro ha scritto un comunicato sul suo blog, scusandosi per aver approvato una legge che <<solo dopo, e solo grazie a Grillo e al suo blog, si è venuto a sapere che […] contiene norme volte a impedire a tutti i blogger, a tutto il mondo della Rete, di informare ed informarsi liberamente>>. Paolo Gentiloni, peraltro Ministro per le Comunicazioni ed ex giornalista, ha ammesso candidamente di aver approvato il disegno di legge senza leggerlo, e questo la dice lunga sull’attenzione che i ministri dedicano al loro lavoro.
Non bastando le critiche nostrane, la stampa estera si è sbizzarrita a criticare il nuovo decreto legge che perfino gli stessi ideatori non avevano letto prima di approvare: il quotidiano The Times ha scritto un articolo in cui chiama la legge Levi-Prodi un “assalto geriatrico ai bloggers italiani" ( articolo che peraltro ironizza sulla giovanissima età media dei membri della nostra classe politica). Questa ondata di polemiche ha convinto Ricardo Franco Levi a scrivere una lettera a Beppe Grillo dicendo che <<Niente è stato ed è più lontano dalle nostre intenzione della volontà di censurare il libero dibattito dei e tra i cittadini.>>
Ciò è senz’altro curioso e contemporaneamente confortante: i nostri politici non vanno avanti coi paraocchi, basta che un comico blogger scateni una protesta e la risonanza arrivi fino in Inghilterra, per confessare di non sapere perché si è votato una certa legge e scrivere lettere di scuse.
Hannah Arendt diceva che la politica non è un asilo, e che osservare una legge significa approvarla. In Italia invece la politica è un asilo, anzi una casa di riposo per anziani, i quali non si rendono più conto (causa demenza), di quello che dicono e che fanno.
Ps: visti i risvolti che ha preso la vicenda, tra qualche mese io e Daniela raccoglieremo i frutti di questo intervento: saremmo perseguite per reati commessi a mezzo stampa.
Oggi per prodotto editoriale intendiamo quello realizzato da una casa editrice. Qualora il disegno di legge entrasse in vigore, prodotto editoriale diventerebbe qualunque attività in rete anche senza scopo di lucro: i blog, i siti internet personali e i forum.
Gli effetti di questo decreto sarebbero devastanti per il popolo di internet: ogni privato, qualora desiderasse creare un blog personale, dovrebbe registrarsi al ROC ( Registro degli Operatori di Comunicazione) quindi dichiararsi testata giornalistica e assumere un giornalista professionista che ne diriga il lavoro. L’iscrizione al ROC comporta inoltre la responsabilità dei reati commessi a mezzo stampa, e la responsabilità per le informazioni di chi lascia commenti sul blog è da ritenersi del blogger.
Ovviamente il 99% dei blog privati sarebbe costretto a chiudere i battenti, nessun soggetto privato accetterebbe il rischio di essere perseguibile per ciò che scrive ( e scrivono i suoi utenti), sul suo blog personale.
Il disegno di legge, com’è ovvio che sia, ha scatenato dure polemiche da parte dei blogger italiani, uno fra tutti Beppe Grillo, la cui denuncia ha avuto un’ampia risonanza. Ha attirato, per di più, le critiche della stessa maggioranza che l’aveva votato. Antonio Di Pietro ha scritto un comunicato sul suo blog, scusandosi per aver approvato una legge che <<solo dopo, e solo grazie a Grillo e al suo blog, si è venuto a sapere che […] contiene norme volte a impedire a tutti i blogger, a tutto il mondo della Rete, di informare ed informarsi liberamente>>. Paolo Gentiloni, peraltro Ministro per le Comunicazioni ed ex giornalista, ha ammesso candidamente di aver approvato il disegno di legge senza leggerlo, e questo la dice lunga sull’attenzione che i ministri dedicano al loro lavoro.
Non bastando le critiche nostrane, la stampa estera si è sbizzarrita a criticare il nuovo decreto legge che perfino gli stessi ideatori non avevano letto prima di approvare: il quotidiano The Times ha scritto un articolo in cui chiama la legge Levi-Prodi un “assalto geriatrico ai bloggers italiani" ( articolo che peraltro ironizza sulla giovanissima età media dei membri della nostra classe politica). Questa ondata di polemiche ha convinto Ricardo Franco Levi a scrivere una lettera a Beppe Grillo dicendo che <<Niente è stato ed è più lontano dalle nostre intenzione della volontà di censurare il libero dibattito dei e tra i cittadini.>>
Ciò è senz’altro curioso e contemporaneamente confortante: i nostri politici non vanno avanti coi paraocchi, basta che un comico blogger scateni una protesta e la risonanza arrivi fino in Inghilterra, per confessare di non sapere perché si è votato una certa legge e scrivere lettere di scuse.
Hannah Arendt diceva che la politica non è un asilo, e che osservare una legge significa approvarla. In Italia invece la politica è un asilo, anzi una casa di riposo per anziani, i quali non si rendono più conto (causa demenza), di quello che dicono e che fanno.
Ps: visti i risvolti che ha preso la vicenda, tra qualche mese io e Daniela raccoglieremo i frutti di questo intervento: saremmo perseguite per reati commessi a mezzo stampa.
5 commenti:
Ciao Sara
non capisco la preoccupazione circa il tuo articolo basta accendere la televisione e appurare che sei stata educata e riduttiva verso la disdicevole figura che il parlamento italiano offre (cori da stadio - affettati misti e champagne a "Go GO")in un luogo che non è il circolo di ritrovo degli anziani del quartiere ma come già detto "IL PARLAMENTO DELLA REPUBBLICA ITALIANA".
Ma una piccolo dissentire invece per il bell'articolo di Daniela quando all'inizio scrive sull'Euro che è percepito come una nefandezza che tuttavia sono state fatte all'ombra dello stesso ma che di fatto è stato etichettato come il veicolo della nostra crisi economica.
Nell'complesso ottima l'idea in un tempo in cui i giovani sono accusati di appiattimento e lassismo,dove l'unico modo per avere un riscatto sociale è sperare nel matrimonio di un figlio di buona (m....)famiglia o peggio ancora trovare risalto e popolarità in uno di quiei programma volgari e diseducativi, voi siete uno di quei tanti(per fortuna)casi di resistenza.
Ti ringrazio per la critica e per il tuo commento, il primo di questo blog neonato.
Per quanto riguarda l'introduzione sull'Euro mi trovi assolutamente concordante. Penso che l'Euro sia stato un ottimo veicolo per avvicinarci al cambiamento deciso dall'Europa e noi, indietro come siamo, non potevamo rimanere con le mani in mano a girare i pollici attorno alla lira! Il problema non è l'euro.. è come è stato gestito! Nessun controllo, caos assoluto e come regalo, riceviamo dallo Stato le "eurocalcolatrici" e un fogliettino blu con le stelline gialle con su scritto “ è arrivato l’Euro.. buona fortuna!” .
Noi come bambini ci siamo dilettati in questo cambio tra la vecchia lira e la colorata e invitante banconota dell’euro e la situazione ci è sfuggita dalle mani.. ma coloro che dovrebbero fare qualcosa sembrano ciechi.. per la vecchiaia?
domanda: per la vecchiaia?
prefazione alla risposta:
sembrerebbe che siamo tutti ionizzati incollati al divano davati alla TV ma consapevoli dell'emergenza sociale e rimettiamo le nostre speranze al televoto esercitato con il fedele telecomando pronti a dare il nostro appoggio (ovviamente senza mai alzarci dalla poltrona) al grande ERNESTO CHE GE-GRILLO non me ne voglia il glorioso Comandante ma pare che il genovese sembrerebbe l'unico degno erede (in ambito nazionale)più postumo.
risposta:
Per la vecchiaia non ci resta che andarli a stanare tutti inbracciando il FUCILE come si dovrebbe quando l'emergenza sociale è altissima; ma poichè credo che l'individuo si contraddistingue dalla bestia perchè può esprimersi attraverso la parola e non i gesti,
basta intavolare la nostra intelligenza per dare scacco matto con relativa autoesclusione dalla scena pubblica del portatore sano di involuzione.
un grosso abbraccio e alla prossima
ciao ragazze oggi niente post?
bene direi che in questo attimo di relax vorrei parlare un poco della vita così giusto per ammazzare il tempo in attesa della ripresa dei lavori, magari partirei dal principio primo della via dall'famigerato embrione:
Un embrione è un organismo pluricellulare, animale o vegetale, in una fase di sviluppo dell'individuo nella quale esso non possiede ancora tutti gli organi dell'adulto. In particolare, nella specie umana viene definito embrione il prodotto del concepimento nella fase organo-formativa, che va dalla quarta all’ottava settimana, dopo la quale si parla di feto.
e così molto velocemente siamo arrivati al feto:
Il feto è il risultato della fecondazione nei Mammiferi, non ancora giunto a termine, ma dotato già delle forme e delle caratteristiche della relativa specie. Il feto, diversamente dall'embrione, non subisce particolari modificazioni negli organi, ma questi maturano strutturalmente e funzionalmente fino al parto.
detto questo possiamo capire che tutto si evolve ma di fatto ancora non si parla di vita se non dopo il parto, ma poichè avevamo detto che avremmo parlato di vita e in quanto sostenitori della stessa direi che come dicono i migliori specialisti del settore che finchè non si crea una struttura nervosa che dalla cervice in giù distribuisce per tutto l'organismo le attività vitali, direi che di vita possiamo parlarne già anche prima del parto si pensa già dalla 14° settimana.
Prima di tutto questo; esiste si qualcosa che potrebbe creare discussioni etiche, deontologiche e farneticazioni varie ma in nessun caso sussisterebbe l'ipotesi di omicidio.
Se poi aggiungiamo che tutte quelle persone che hanno pensato voluto difeso e che stanno difendendo ancora oggi la legge 194 che di fatto evita che volontariamente o involontariamente vengano fatte delle ingiustizie con conseguenze assai più deleterie dell'aborto stesso, mi sorprendo che il sindaco di Bologna Sergio Cofferati durante la manifestazione di oggi abbia dichiarato:
"E' inaccettabile - ha detto il sindaco - che una piazza venga trasformata nel luogo dell'intolleranza. Tutti devono essere in condizione di poter sostenere pubblicamente le proprie tesi e le proprie opinioni e a nessuno deve essere impedito di parlare". forse alludeva al fatto che una manifestante non riusciva a dire che anche loro se possono evitare un aborto lo fanno anche perchè dopo un aborto una donna subisce un trauma devastante:
La donna che ha subito un aborto può aver bisogno di sostegno psicologico che aiuti a gestire il dolore della perdita. A qualsiasi epoca della gestazione avvenga, un aborto spontaneo può essere traumatico e può essere vissuto come un lutto. Talvolta la donna può provare un vero e proprio rifiuto dell'idea di avere altre gravidanze e, se già psicologicamente predisposta, può cadere in seri stati depressivi, dai quali è opportuno aiutarla ad uscire (attraverso terapie psicologiche o semplicemente con il sostegno dei parenti e delle persone affettivamente più vicine) prima che si abbiano gravi conseguenze, che la legge rende di fatto vano l'aborto clandestino; ed è per questo che Ferrara ha abbandonato la Piazza dopo essersi accorto che la sua presenza, la sua incompetenza, la sua ignoranza, il suo passato da leggiadra farfalletta che svolazzava da una posizione di conveninza all'altra o meglio (VA DOVE TI PORTA IL POTERE E IL DENARO specialmente quello della CIA) e le sue teorie offensive hanno scaturito la rabbia di chi la vita la difende quotidianamente schierandosi a difesa della legge che regolamenta l'interruzione di gravidanza.
ciao un abraccio a tutte e tuttti
Sara:
ciao utente sensibile all'aborto,molto probabilmente in futuro ci occuperemo di questo argomento, quindi abbi pazienza. Lo faremo però non dal punto di vista della morale, perchè non siamo qui per influenzare le coscienze ( fermo restando che potete tranquillamente commentare dicendo la vostra opinione personale)... se ci sarà un articolo sull'aborto e sull'embrione, sarà volto soprattutto a informare sulle leggi in vigore e sulla loro applicabilità negli ospedali. in questo blog abbiamo deciso di scrivere fatti, l'opinione la lasciamo a voi!:-D
un bacio e grazie per il commento
Sara
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