L’informazione giornalistica ha smesso di preannunciare catastrofi.
Esaspera la cronaca nera ed evita le stragi finanziarie o le stragi economiche che colpiscono il nostro paese in prima persona.Dall’entrata in vigore dell’euro si poteva intuire che sarebbe accaduto qualche evento irreversibile che avrebbe portato alla caduta dell’intera economia nazionale già infestata dai tarli degli evasori fiscali e dai cosiddetti “furbetti del quartierino” che hanno eroso anche quel briciolo di legalità che esisteva nel sistema.
Il vero e proprio dramma però coinvolge non solo l’economia e la politica italiana ma la mentalità del tipico, anzi atipico, elettore italiano ormai scontento anche del semplice fatto di essere italiano. La vera sfiducia non è rivolta solo verso il governo che ci rappresenta e i suoi futuri candidati ma anche verso la nostra antica e splendida Italia.
L’orgoglio nazionalista che i nostri nonni si sono guadagnati dopo così tanta fatica e soprattutto l’orgoglio della ricchezza della nostra storia e della nostra cultura rappresentavano gli unici elementi che tenevano unito il puzzle a forma di stivale ed ora sembrano svaniti nel nulla o ridotti al business del calciomercato.
Ogni regione ha una propria identità anche senza bisogno della devolution: la “mondezza” fa manifestare i napoletani, il milanese conta i soldi in tasca per sostenere l’ecopass e il siciliano si preoccupa per le tristi condizioni delle Ferrovie Italiane preparandosi forse al peggio: il ponte sullo stretto. Il problema è che i danni si ripercuotono su tutta l’Italia non solo sulla singola regione e, come abbiamo visto, finiscono con coinvolgere anche la clemente vicina di casa Europa che spera con il suo contributo di riuscire ingenuamente ad aiutare l’Italia che si sta rovinando con le sue mani giorno per giorno.
L’elettore italiano non si sente italiano. Si sveglia al mattino e prende i mezzi pubblici spesso fatiscenti, si reca a lavoro dove spesso e volentieri arranca per avere un contratto a tempo indeterminato; nel suo tempo libero si dedica alla sua famiglia e va a fare la spesa dove trova rincari anche del 20% sul prezzo della pasta, del pane e del latte.
Naturalmente si alza il prezzo del petrolio, caro, soprattutto in queste feste dove dal punto di vista monetario il diesel ha raggiunto la cara e poco amata benzina. I telegiornali e i giornali rincarano la dose comunicando solo informazioni di cui ogni italiano è già a conoscenza, problemi che affronta giorno per giorno oppure interessanti, o meno, curiosità sul vip del momento o sull’orsetto Knut che gioca nello zoo di Berlino.oo di Berlino.
La situazione politica promette mari e monti, e qualcuno per battere la concorrenza promette anche la luna ma il fatto è questo: loro fantasticano ma gli italiani cominciano a non sognare più.
L’elettore scontento forse ha perso il rispetto per il “rispetto” : verso il dipendente o il datore di lavoro, verso il piccolo o grande risparmiatore, verso gli abitanti della penisola e verso coloro che vengono per visitarla, verso la libertà di espressione e di informazione, verso chi intacca la sua sicurezza e la sua libertà.
Nessuno ha capito che l’elettore italiano ha smesso di sperare:
vuole rimanere con i piedi per terra e possibilmente con il pane sul tavolo.
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